I tratti del viso duri e spigolosi gli hanno fatto incarnare personaggi forti, cattivi, boss. L’esperienza con maestri del grande schermo come Martin Scorsese, per“Gangs of New York”, Giuseppe Tornatore per “Malena” e “Baaria”, Marco Tullio Giordana per “I cento passi” e ancora le interpretazioni ne “La fame e la sete” di Antonio Albanese e “Tu ridi” dei fratelli Taviani non lo hanno reso uno snob del “nuovo cinema italiano”. Orio Scaduto è l’attore che dopo tanta gavetta, teatro, cabaret, ha raggiunto la notorietà, com’è destino spesso nel nostro Paese, grazie al piccolo schermo, con fiction come “Il capo dei capi”, “La squadra”, “Brancaccio”, “Gente di mare”, “Distretto di polizia 6”, “Giovanni Falcone”, “L’ultimo Padrino”, di Marco Risi. Ma è nelle vesti dell’umile pescatore Turi Granata in “Agrodolce” che è diventato un volto riconoscibile e amato dal grande pubblico. Scherzi e miracoli imprevisti della tv italiana. Orio si dice“Felicissimo di far parte di questo progetto, molto importante per la Sicilia”. “La scelta di Minoli di valorizzare alcuni luoghi della nostra Isola è una felice e strategica”.
In “Agrodolce” tu sei Turi Granata, un buono, un lavoratore infaticabile di cui molti si approfittano, un ruolo verosimile in Sicilia, dove molti, hanno problemi…
“Come ogni siciliano mi sono scontrato con le difficoltà sul lavoro. Turi Granata, il personaggio che interpreto, rappresenta la forza – lavoro di questo paese, uno che si arrabatta tra lavori precari, che si divide tra mille incombenze pur di portare i soldi a casa schivo, testardo, un lavoratore che si trova sempre in situazioni che lo portano a sudare, a lottare pur di fare stare bene la propria famiglia. E’ un personaggio positivo che non si arrende”.
E da parte del pubblico che impressioni hai avuto?
”La gente a Porticello, Bagheria, mi ferma per strada per dirmi che sto facendo vivere una situazione personale che molto di loro conoscono. Questo, se da una parte mi rattrista, dall’altra mi rincuora perché vuol dire che stiamo rappresentando una Sicilia vera, autentica. Cerco di trasmettere al pubblico la mia vicinanza, trasferendo sul personaggio quei tratti di orgoglio e testardaggine che fanno parte del Dna di molti siciliani”.
Sullo schermo hai dato volto e anima a personaggi duri, qui invece incarni un buono, come ti sei preparato?
“Per ‘Agrodolce’ ho fatto un doppio provino e quando ho saputo di essere stato scelto ho fatto un lavoro intenso per interpretare al meglio Turi, spero che il pubblico lo stia apprezzando. I miei tratti marcati finora mi hanno fatto interpretare personaggi dai caratteri forti, duri, o ruoli da mafioso, come il boss Tano Badalamenti. Adesso, per la prima volta sono alle prese con un personaggio ‘morbido’, buono”.
Sono tempi bui per i buoni e per gli attori italiani?
“Io mi auguro una Sicilia senza mafia, non credo che oggi siano tempi bui, vedo tante persone generose, capaci, e anche nel cinema stiamo assistendo a una ventata fresca di giovani autori come la presentazione de ‘La siciliana ribelle’ di Marco Amenta. C’è fermento anche in Sicilia finalmente, la produzione di ‘Agrodolce’ gira qui, io ho partecipato al film ‘Baaria’ di Tornatore…no, spero proprio che questi non siano tempi bui”.
Eppure non sono mancate le polemiche sugli ascolti, al punto da far parlare di un flop di Agrodolce.
“Adesso gli ascolti stanno andando molto meglio, segno che la serialità dopo un po’ fa affezionare il pubblico e premia. Dopo un inizio difficile in cui gli ascolti non sono andati benissimo, abbiamo avuto successo e tanti riscontri: lo vedo dall’affetto della gente che mi segue e mi ferma per strada, da quanti mi scrivono e mi contattano su Facebook. Penso che alcune critiche siano giuste e vadano accettate con umiltà, ma anche Minoli ha detto che all’inizio anche gli ascolti di ‘Un posto al sole’ sono andati male e adesso il suo successo è sotto gli occhi di tutti”.