"Danno erariale da 500mila euro"| 44 ex consiglieri a giudizio - Live Sicilia

“Danno erariale da 500mila euro”| 44 ex consiglieri a giudizio

Maxi inchiesta della Corte dei Conti: tutti i nomi, le cifre e le accuse. Le prime repliche di Leonardi, Tomarchio, Cardillo, Strano, Parrinello e Patanè.

CATANIA – Approda in aula l’intera vicenda sulle presunte illegittimità dei rimborsi erogati in favore dei gruppi consiliari dell’ormai dissolto Consiglio provinciale. Sono 44 gli ormai ex onorevoli citati in giudizio. Il danno erariale ai danni all’Ente ammonterebbe complessivamente a 427.584,34 euro, a cui si dovrà aggiungere l’inevitabile rivalutazione monetaria e gli interessi legali. L’inchiesta è partita nell’ottobre del 2012 per ordine della Procura regionale della Corte dei conti. Le indagini sono state effettuate dal nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catania. Sotto il mirino è finito un intero sistema, un modus operandi rodato nel tempo. Tutti i passaggi dell’istruttoria sono stati via via approfonditi da LiveSicilia e dal mensile “S”. La prima udienza è fissata al 26 settembre 2014.

Quasi tutti coinvolti, quindi. Dai banchi della maggioranza a quelli dell’opposizione. Da destra a sinistra, come si diceva un tempo. Ognuno però con differenti addebiti. Gianluca Cannavò dovrà rispondere infatti di 37.177,13 (in prima battuta i giudici avevano ipotizzato 38.294,55); Rocco Cristoforo 7.980, 98 euro; Sergio Gruttadauria 12.796,08 (16.924, 04); Carmelo Pellegriti 1321,16 (6.447,92); Francesco Cardillo 12.198; Domenico Galvagno detto Mimmo 7.158, 55 (10.398,68); Nunzio Parrinello 11.471,32 (12.565,92); Sebastiano Cutuli 6.774,20 (8.437,00); Edmondo Pappalardo 8.210, 01 (9.716, 90); Santo Orazio Primavera 16.979,96 (19.145,18); Francesco Laudani 6.712,57 (9.585,02); Giuseppe Furnari 8.686,73 (9.486,73); Giovanni Leonardi 53.165,48 (42.094,76); Raffaele Vanella 6.826 (7.326); Antonino Sinatra 8.743,40 (9.934,40); Aldo Catania 15.518,88; Antonio Danubio 8.096 (8.711,80); Consolato Aiosa 9.183,70; Vincenzo D’Agata 6.900,96 (7.539, 52); Antonio Rizzo 6.230, 00; Alfio Barbagallo 8.666,07; Carmelo Giuffrida 7.130,80 (7.410,90); Raffaele Strano 9.240.97 (10.900,47).

E ancora. Filippo Gagliano 1776 (4.099,85); Vanessa D’Arrigo 13.500,50; Giuseppe Zitelli 8.316,01 (11.488,11); Benedetto Anfuso 3.552, 48; Antonio Tomarchio 4.326,70 (8.291,32); Matteo Di Mauro 8.164,70; Marco Luca 10.123,00; Maurizio Tagliaferro 2.927,92 (5.791,38); Alfia Abbadessa 5.455,33 (10.355, 34); Salvatore Patané 3.785,15 (4.634); Antonio Musumeci 8.313,40; Giuseppe Castiglione 10.504,13; Salvatore Valenti 8.049,16 (9.563,77); Salvatore Tomarchio 10.594,58 (12.040,32); Giuseppe Galletta 14.241,75 (14.790,35); Ernesto Calogero 5.956,13 (9.440,44); Giuseppe Mistretta 6.513,50 (7.683, 47); Giacomo Porrovecchio 8.262, 47; Salvatore Valerio Marletta 3.923,48 (9.193, 71); Gaetano Di Stefano 8.164,70 (9.741); Carmelo Sgroi 3.800 (5.691, 89).

Esce dall’inchiesta il consigliere Santo Trovato, che lungo la fase preprocessuale ha già provveduto a ripianare i 7.601 euro di danno contestato. Nessun addebito invece per Claudio Milazzo. La spesa di 879,36 euro da lui effettuata è stata riconosciuta come istituzionale. Esclusi dal giudizio anche i dirigenti provinciali Angelo Castorina e Diane Litrico.

Arriva dunque qualche ritocco in termini numerici rispetto alle richieste di deduzioni avanzate nel settembre dello scorso anno. Riconosciuto – già in questa fase – il valore istituzionale dei rimborsi erogati in favore del materiale di cancelleria, dei pacchetti di sms, quotidiani, di quattro computer portatili e le spese sostenute durante le missioni presso l’Upi e l’Urps. Resta in buona sostanza intatto, invece, l’impianto accusatorio circa l’acquisto di t-shirt, agende, biglietti da visita e augurali, manifesti, opuscoli, calendari, targhe, spazi pubblicitari in radio e televisione e servizi catering. Nell’elenco prodotto c’è spazio pure per una cena al Grand Hotel Baia Verde di Aci Castello e per eventi come il “VI meeting Fiat 500 Città di Belpasso”

Secondo i giudici, “i consiglieri convenuti in giudizio hanno abusato del proprio ruolo istituzionale, confondendo consapevolmente – sottolineano i magistrati – la funzione di rappresentante dell’organo politico con la posizione di soggetto politico, che cura il proprio elettorato attraverso l’utilizzo illegittimo del Fondo organismi consiliari”. Insomma, tra le righe, i togati lasciano intendere che i consigliere avrebbero fatto propaganda con i soldi destinati ai propri gruppi di appartenenza partitica.

Muta invece la posizione di Giovanni Leonardi, presidente allora dell’assise di Palazzo dei Minoriti e oggi primo cittadino del comune di Mascalucia. L’unico che, a conti fatti, ha visto lievitare la propria posizione personale. Se in fase di deduzioni il presunto danno a lui addebitato veniva stimato intorno ai 42.094,76 euro, ora il quantum sale a 53.165,48. Dietro questo assestamento c’è un calcolo a dir poco algebrico. In fase di deduzioni, sarebbe stata riconosciuta la liceità di circa il 50% delle spese rimborsate. Uno sconto di circa 20 mila euro. La sorpresa arriva, però, in un secondo momento. I giudici gli addebitano un quoziente pari a 33.127,72 per aver autorizzato missioni ritenute non istituzionali.

Si legge nell’atto di citazione: “Leonardi ne ha certificato la rispondenza alle finalità istituzionali dell’Ente, senza valutare adeguatamente natura e oggetto delle missioni”. Nello specifico si tratta, fra le altre, delle trasferte alla fiere “Sapori d’Italia”, nel 2011 e nel 2012, in Bulgaria; al “Forum delle città Euro-arabe” di Malaga o “alle numerose missioni presso l’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa”.

LE REPLICHE.

Non ci sta Giovanni Leonardi, che replica a LiveSicilia: “Il quadro è assai strano. Ma ho fiducia nei miei avvocati. Sono sicuro che  sapranno dimostrare la mia totale correttezza in tali questioni. Basti pensare che, con sole quattro pagine di deduzioni, abbiamo avuto un abbattimento di venti mila euro rispetto alle spese contestate”. L’ex presidente del Consiglio provinciale entra nel merito anche del nodo missioni: “Sia chiaro. I consiglieri sono stati autorizzati a presenziare soltanto a quegli eventi in cui a partecipare, o ad organizzare, era la stessa Provincia. Non ho inventato nulla. Ho dato seguito ad una prassi consolidata e seguita da buona parte delle istituzioni locali, al nord come al sud del Paese. La presenza dei consiglieri, in questo tipo di situazioni, non è arbitraria, ma ha una funzione ispettiva e di garanzia per l’ente rappresentato”.

Antonio Tomarchio, eletto tra le fila dei Comunisti italiani: “Alla luce di ciò che mi viene personalmente contestato – bruchure e manifesti in difesa dell’acqua pubblica –  mi sento di sottolineare come questo tipo d’iiniziativa metta all’indice  il ruolo della rapresentanza politica. La mia difesa si baserà esclusivamente su questo argomento. Mi viene il dubbio che la rappresentanza democratica, così come l’abbiamo conosciuta, sia quotidianamente calpestata. Lo dico anche alla luce dell’abolizione delle stesse Province e del Senato”

Francesco Cardillo e Raffaele Strano non hanno rilasciato alcuna dichiarazione.

Nunzio Parrinello: “Non ho ancora ricevuto nulla. In ogni caso non posso che dirmi sereno. Ho solo fatto il mio dovere operando come tutti gli altri consiglieri provinciali. Non ho acquistato nulla per tornaconto personale. Sono tutte somme spese per il territorio”.
Salvo Patanè ha solo detto di essere del tutto sereno.
(Ha collaborato Maria Bella)

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