Erano partiti in un migliaio, ne sono rimasti circa cento a presidiare il municipio di Palermo. Gli operai della Gesip, la società di manutenzione partecipata dal Comune, da stamattina manifestano con in spalla le bandiere delle sigle sindacali di appartenenza, per scongiurare le foschie che si addensano sul futuro della loro azienda. Una rappresentanza di operai è rimasta a presidiare piazza Pretoria e via Maqueda, chiusa al traffico in corrispondenza della facoltà di Giurisprudenza per questo dalle undici circa di stamane. E il sit-in potrebbe durare fino al consiglio comunale di questa sera, previsto dopo le venti. Allora i manifestanti grideranno il loro disagio agli inquilini di Sala delle Lapidi.
“Voi siete i politici, e voi dovete darci delle risposte”. Gli slogan del corteo, partito da piazza Croci, hanno attraversato il centro cittadino, per aumentare di volume in corrispondenza dei Quattro canti. Il grosso dei manifestanti è sfollato all’ora di pranzo, mentre pochi guastafeste hanno divelto alcuni cassonetti di immondizia in corso Vittorio Emanuele. E la sporcizia sparsa nel mezzo della carreggiata ha rallentato il traffico, fino all’incrocio con via Roma.
Quello che sarà della Gesip al momento è un rebus, soprattutto per la scadenza del contratto di servizio col Comune, che scoccherà il 30 aprile. Le casse della società sono in debito di ossigeno, e le cifre in circolazione parlano di perdite finanziarie pari ad 1 milioni di euro al mese. C’è in ballo la ricapitalizzazione dell’azienda, ma dalle casse comunali dovrebbero uscire cinque milioni, a fronte delle richieste dei vertici della Gesip, pari a più del doppio. Tutto, comunque, è legato al passaggio del bilancio comunale per il 2010. Da questo versante, però, i tempi non sono immediati, con la delibera in questione che ancora non ha iniziato il suo cammino in consiglio comunale.
Sui numeri del dissesto Gesip è intervenuto il capogruppo comunale del Pd Davide Faraone: “Il contratto di servizio con il Comune di Palermo ammonta a 49 milioni di euro, mentre i costi di produzione sono pari a 52 milioni – afferma il rappresentante democratico – Siamo di fronte ad una azienda palesemente e strutturalmente deficitaria”. E continua: “Gesip attualmente ha una grave situazione debitoria per circa 29 milioni, di cui tredici verso le banche”.
A proporre un nuovo modello di gestione delle società partecipate è Fabrizio Ferrandelli, capogruppo dell’Italia dei valori in consiglio: “In questi anni abbiamo presentato diverse proposte per la costituzione di al massimo due grandi aziende comunali, e l’internalizzazione di alcuni servizi – spiega capogruppo dell’Idv a palazzo delle Aquile – Così si sarebbe potuta rilanciare la funzione economica e sociale di aziende come la Gesip, potenziando i servizi offerti e riducendo i costi di gestione nell’interesse della città”.