Il papa emerito Ratzinger ha pubblicato, su una rivista tedesca, degli “Appunti” che, partendo dagli scandali sessuali all’interno del clero cattolico, allarga lo sguardo sulle cause – vicine e lontane – della più complessiva crisi della Chiesa cattolica attuale. In sintesi (brutale): pratiche omosessuali e abusi su minori (che significativamente egli mette nello stesso mazzo !) dipendono dai mutamenti avvenuti sia nella società occidentale (soprattutto dal Sessantotto in poi) sia nella teologia cattolica (soprattutto dal Concilio Vaticano II degli anni 1962-1965).
Dunque? Dalla palude melmosa in cui si arrabattano non pochi preti, frati e suore si potrà uscire tornando a una società pre-secolarizzata e ad una teologia pre-conciliare. Il vero e proprio “Manifesto” del conservatorismo nostalgico cattolico si è prestato a una serie di commenti facilmente rintracciabili sulla rete telematica. Mi limito dunque a qualche rapida osservazione personale.
a) E’ verissimo che la liberazione dai tabù sessuali è datata 1968. Ma Benedetto XVI non può parlarne in termini esclusivamente negativi: come tutti i processi storico-culturali essa ha avuto aspetti positivi e valenze criticabili. Si potrebbe aggiungere che certi “eccessi” della mia generazione (nel ’68 compivo 18 anni) non si sarebbero verificati se non in reazione a una visione sessuofobica e maniacale che proprio la Chiesa romana aveva elaborato e diffuso nei Paesi a maggioranza cattolica.
b) E’ verissimo che con il Concilio Vaticano II è iniziata una rivoluzione teologica di cui l’opinione pubblica non ha neppure lontanamente il sospetto e che ha implicato la revisione radicale dei dogmi sulla inspirazione della Sacra Scrittura, sulla divinità di Cristo, sulla santità della Chiesa, sulla presenza eucaristica e così via. Ma anche qui la tanto rinomata finezza teologica di Ratzinger mostra la sua rozzezza: non si chiede neppure per un momento, e neppure per un dettaglio, se la costruzione teologico-dogmatica in sfacelo meritava o meno di crollare. Per lui è come se il passato fosse preferibile al presente solo perché passato. Un atteggiamento peggio che conservatore: diciamo pure reazionario.
c) “L’Osservatore Romano” e gli altri social media vaticani hanno dato scarso spazio agli “Appunti” del papa in pensione volontaria, evitando perfino di pubblicare per intero il suo documento. Perché? Perché è chiaro che il primo destinatario – per non dire bersaglio – è papa Francesco. Quando Bergoglio indica nel clericalismo la radice degli abusi sessuali, e quando invita i cattolici a disputare di meno sulle questioni teologiche e a impegnarsi di più su piano della solidarietà ai sofferenti della Terra, sta affermando l’esatto contrario della dottrina Ratzinger: la Chiesa è in crisi non perché è troppo avanti, ma perché troppo indietro. O, per essere più precisi, perché non ha compiuto interamente il suo ritorno all’origine: alla semplicità radicale del messaggio evangelico che chiede di amare tutti, ma soprattutto gli oppressi. d)
Chiudo con una nota di amara soddisfazione autobiografica. Quando nel 2010 ho pubblicato, con una prefazione di Vito Mancuso, il mio libretto “Non lasciate che i bambini vadano a loro. Chiesa cattolica e abusi su minori” qualche pretino è insorto accusandomi di scandalismo a buon mercato. Sarei curioso di sapere cosa ne pensa adesso che ben due papi sono costretti a confrontarsi sulla questione.