Non c’è pace per Carlo Cracco. Specie da quando ha lasciato la tv per dedicarsi anima e corpo al nuovo ristorante aperto nel cuore di Milano all’interno della Galleria Vittorio Emanuele.
Già all’indomani dell’inaugurazione, il celeberrimo chef è stato travolto dalle critiche per i prezzi dei piatti da gourmet proposti “In galleria” giudicati eccessivi.
Antipasti, primi e secondi si aggirano tra i 36 e i 70 euro con picchi di 110 euro per il rombo in crosta di cacao. Per quanto riguarda i dolci si va dai 34 euro per il dessert al cioccolato, croccante di fagioli germogliati, gelato alle lenticchie e vaniglia ai 50 euro per la crocchetta di cioccolato gianduia, chinotto al maraschino e caviale.
Tra i piatti più criticati la selezione di frutta ghiacciata prezzata 36 euro e la pizza margherita da 16 euro che ha suscitato le ire dei puristi non tanto per il prezzo ma per il fatto che non avrebbe nulla a che vedere con la margherita tradizionale. Per difendere Cracco sono scesi in campo guru della cucina quali Bruno Barbieri e Gino Sorbillo.
Proprio quando ogni polemica sembrava spenta, è esploso un nuovo caso già ribattezzato “cotoletta-gate”. Nell’occhio del ciclone è finito un piatto tipico della cucina lombarda prontamente inserito dall’ex giudice di “Masterchef” nel suo menù.
La cotoletta alla milanese rivisitata da Cracco, accompagnata da verdure e da qualche goccia di salsa, costa 26 euro. Apriti cielo! I puristi di cui sopra sono saltati nuovamente dalla sedia.
Passi per le dimensioni definite “ridicole” della fettina proposta dallo chef, ma quello che i “critici” proprio non riescono a digerire è il fatto che la portata sia proposta non nel ristorante super chic di Cracco quanto nel bistrot caratterizzato da prezzi più contenuti.
Nel caso della chiacchieratissima cotoletta, il rapporto qualità-prezzo sarebbe tutto da rivedere stando ad alcuni clienti che si sono lamentati sul web.