Cottone (Fipe): "La movida non c'entra, ma la gente ormai ha timore"

Cottone (Fipe): “La movida non c’entra, ma la gente ormai ha timore”

La preoccupazione dell'associazione di categoria

PALERMO- “La situazione è molto difficile, serve un approccio globale per un’emergenza che riguarda soltanto i fenomeni criminali”.

Antonio Cottone, presidente di Fipe Confcommercio, fa il punto sul grido di allarme che arriva da molti titolari di locali che, a Palermo, si sentono beffati: subiscono colpi e furti, insieme al pregiudizio di chi considera la movida palermitana l’epicentro di ogni guaio.

La movida è un problema?
“Guardi, le mando le foto. Le vede le vetrine spaccate e le sale devastate dopo le effrazioni?”

Le sto vedendo.
“Me lo spiega che cosa c’entrano le aziende se sono le prime a essere attaccate? Il dramma è la criminalità, non il divertimento. Si facciano i controlli, si sanzionino le inadempienze, ma non si continui a tinteggiare di ombre non meglio specificate un mondo di vittime”.

Com’è la situazione dei ristoranti, dei pub, etc etc…
“Gli ultimi numeri di Unioncamere ci accreditano, fino al 2022, di un sei per cento con il segno positivo, nel computo tra chi apre e chi chiude. E credo che la situazione sia la stessa, forse un po’ livellata verso il basso. Solo che…”.

Solo che?
“Molti clienti non vanno più dalle parti del centro storico e diverse saracinesche si abbassano. C’è un clima di paura, di timore e di scarsa serenità”.

I controlli sui locali sono all’ordine del giorno, che ne pensa?
“Che vanno benissimo, l’ho detto e lo ripeto. I commercianti onesti possono solo guadagnarci, perché fanno le cose in regola e non devono subire la concorrenza sleale. Ma si sa che c’è una quantità enorme di abusivi che risultano invisibili”.

Temete la continua escalation della criminalità?
“Sì. E non vorremmo che il racket rialzasse la testa, con la scusa di offrire la classica ‘protezione’ e presentandosi come il rimedio quando, invece, è uno dei guasti più insopportabili”.


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