Windjet, arrestati Pulvirenti e Rantuccio |Ecco i professionisti eccellenti coinvolti - Live Sicilia

Windjet, arrestati Pulvirenti e Rantuccio |Ecco i professionisti eccellenti coinvolti

Terremoto a Catania, maxi operazione della guardia di finanza, arrestati i vertici della windjet  TUTTI I NOMI DEI PROFESSIONISTI COINVOLTI - LA REPLICA  - Pulvirenti e le domande senza risposta VIDEO (nella foto da sx il Procuratore Michelangelo Patanè, a dx Roberto Manna, comandante della Finanza) LE REPLICHE DI CGIL, CONFCONSUMATORI E CODICI ONLUS

tutti i nomi e le accuse
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CATANIA – Un terremoto che ha pochi precedenti a Catania. L’operazione che ha portato all’arresto di Antonino Pulvirenti e Stefano Rantuccio è stata definita dal procuratore Michelangelo Patanè come “la più importante, mai eseguita, nel settore finanziario”. Un’indagine complessa che rischia di provocare importanti strascichi, soprattutto “per gli sviluppi possibili e le indagini ancora in corso”. Indagini che vedono accusati di bancarotta fraudolenta due professionisti illustri di Catania: il commercialista Stefano Patti e l’avvocato Gianmarco Abbadessa. Nei loro confronti i magistrati del pool sui reati economici, coordinato da Alessia Natale, ritiene sussistere gravi elementi d’accusa. E’ bene precisare, però, che si tratta di una fase iniziale del procedimento penale e che i due professionisti, da sempre al di sopra di ogni sospetto, hanno già espresso la totale estraneità alle accuse.

14 INDAGATI TUTTI I NOMI E LE ACCUSE. Nino Pulvirenti e Stefano Rantuccio sono agli arresti domiciliari con il divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali.

Coinvolto a piede libero anche Stefano Patti, commercialista componente di uno dei più importanti studi professionali di Catania, è accusato di aver contribuito alla presunta bancarotta “quale presidente del collegio sindacale Windjet”, anche per lui il divieto di esercitare attività professionali. Indagato anche Gianmarco Abbadessa, avvocato tributarista al di sopra di ogni sospetto, quale componente del collegio sindacale di Windjet, Luciano Di Fazio e Gianluca Cedro, senior partner di Emintad Italy Srl, società di consulenza strategica, Giulio Marchetti, associate partner della società di revisione Bompani Audit Srl, Remo Simonetti, amministratore della stessa società.

Indagati a piede libero anche Angelo Vitaliti, componente del Cda di Windjet, Paola Santagati, commercialista Windjet, Gianni Commu, maintenence Ph di Windjet, Giuseppe D’Amico, engineering manager di Windjet, Biagio Rantuccio, fratello di Stefano, “quale destinatario di somme di denaro sul proprio conto corrente”, Makto Dadic, managing director di Dale Aviation Ltd, Gregoire Lebigot, amministratore della Jmv Aviation Ltd, Karl Richard, vice presidente della Jmv Aviation Srl, Sarah Patti, componente del collegio sindacale della Windjet.

Alcuni mesi fa, come aveva raccontato Livesicilia, con l’accusa di bancarotta fraudolenta, erano stati iscritti 14 professionisti eccellenti di Catania, a partire da Antonio Pulvirenti, il numero uno del Calcio Catania. L’inchiesta, maturata durante la gestione di Giovanni Salvi e adesso affidata al coordinamento del reggente MIchelangelo Patanè, ha visto in campo i magistrati del pool sui reati contro la criminalità economica, coordinato da Alessa Natale. A eseguire le indagini sono stati Alessandro Sorrentino e Alessandra Tasciotti, che hanno lavorato a stretto contatto con la Guardia di Finanza.

I quattordici indagati erano stati invitati a presentarsi per rendere interrogatorio sul dissesto della Wind Jet Spa, società che il 9 maggio del 2013 è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro.

L’attività investigativa eseguita dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catania, in stretta collaborazione con i consulenti tecnici nominati dall’autorità giudiziaria, ha consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all’aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet s.p.a. per oltre 160 milioni di euro per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005.

All’esito di accertamenti bancari, acquisizioni documentali e rogatorie internazionali svolte in Lussemburgo, Francia e Regno Unito è emerso che la Wind Jet s.p.a., già dal 2005, aveva riportato ingenti perdite che non le consentivano più di operare sul mercato in mancanza di immissione di capitali (essendo insufficienti le ricapitalizzazioni effettuate).

In base agli elementi investigativi raccolti, tali perdite sarebbero state occultate nel bilancio al 31.12.2005 con un’artificiosa operazione di valorizzazione del marchio WJ, consistita nella cessione (e retrocessione dopo pochi anni) del marchio Wind Jet in favore della Meridi s.p.a. (società di gestione di supermercati facente parte del medesimo gruppo imprenditoriale) per un importo pari a 10 milioni di euro.

Tale anomalia di bilancio è stata rilevata anche dal commissario giudiziale avv. prof. Libertini nominato dal Tribunale fallimentare nell’ambito della procedura di concordato preventivo.

Negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sono proseguite e gli organi societari si sono avvalsi del contributo di società estere che hanno predisposto perizie di stima “di comodo” del magazzino e di beni strumentali di wind jet s.p.a. rappresentando valori sovrastimati per oltre 40 milioni di euro.

Secondo quando emerso dalle indagini, le fittizie rilevazioni dell’attivo nelle poste di bilancio sarebbero state eseguite d’intesa con i componenti dell’organo sindacale – che, invece, avrebbero dovuto svolgere funzioni di controllo – e d’accordo con i responsabili della società di revisione.

La Wind jet s.p.a avrebbe dunque intrapreso la trattativa svolta con Alitalia, nella prima metà del 2012, mentre versava in una grave condizione di dissesto occultata dalle fittizie sopravvalutazioni dei dati di bilancio.


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