Crisi, cosa ha voluto dire davvero Galvagno a Schifani

Crisi, cosa ha voluto dire davvero Galvagno a Schifani

Stoccate, garbate e suadenti, ma pur sempre stoccate
LA MAGGIORANZA E I SUOI GUAI
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(Roberto Puglisi) Certe verità sono come certi assassini dei romanzi gialli. Le hai davanti agli occhi, ma solo quando le scopri (o scopri l’assassino) provi un sentimento di consapevolezza che confina con una domanda stupita: come ho fatto a non rendermene conto subito? Seguendo la logica della similitudine, le parole pronunciate ieri, sulla crisi della produttività politica all’Ars, dal suo presidente, Gaetano Galvagno, hanno un approdo: il presidente della Regione, Renato Schifani. La verità, o verosimiglianza, finale? Non sono state poi così amichevoli come potevano sembrare, nonostante il paravento del garbo istituzionale. In qualche passaggio hanno ricordato degli effettivi, seppure smussati, capi di accusa.

Le parole di Galvagno

Rileggiamo quelle parole, in alcuni passaggi. Primo ‘capo d’accusa’: “L’Aula può rimanere aperta anche h24 ma ci vuole carne al fuoco da mettere. Ci sarà un confronto col governo. Vogliamo lavorare fino alla settimana prima delle amministrative del 28 e 29 maggio, in passato sotto elezioni il periodo di pausa è stato un tantino più lungo. Cercheremo di intensificare l’attività per recuperare. I rapporti col governo Schifani sono ottimi, aspettiamo che ci dia le priorità che intende portare avanti. Auspichiamo che in tempi celeri ci trasmetta quello che ritiene opportuno portare in aula”. E appresso: “Non possiamo andare avanti con nessuno dei ddl perché non c’è il numero legale, per potere continuare pertanto non ci sono le condizioni. Non appena chiuderò la seduta chiamerò il presidente della Regione per la questione relativa al governo perché non è sua totale responsabilità il dialogo con i capigruppo, ma chiamerò tutti i capigruppo di maggioranza perché queste assenze sono pesanti nei confronti dei siciliani”.

“Situazione imbarazzante”

Ecco la stoccata finale: “Non vi nascondo che sono in forte imbarazzo. Oggi ricorrono sei mesi dal nostro insediamento, sei mesi in cui ognuno di noi ha messo tutti i buoni propositi possibili e immaginabili per svolgere il mandato a favore dei siciliani. Non posso prendermela per le assenze dei deputati di minoranza perché può starci, ma devo constatare che la stragrande maggioranza degli assenti della centrodestra mette in grandissimo imbarazzo questa Presidenza che non può andare avanti. Stiamo provando con i vice presidenti, che si alternano con me, a tenere l’aula sempre aperta, però per me è inaccettabile che dopo sei mesi non ci sia una grande passione per il lavoro per cui siamo stati investiti. Ci rivedremo il 16 maggio, mi auguro ci sia la presenza del governo, vi dico davvero che è imbarazzante questa fase”.

Cosa ha detto Galvagno

Il filo conduttore, tra le pieghe del discorso, appare palese, basta prenderne consapevolezza. “Ottimi rapporti con il governo Schifani” che, tuttavia, deve fornire “la carne al fuoco” che permetterebbe alla macchina di muoversi. C’è l’annuncio di una telefonata proprio a Schifani, sia pure annacquato in mezzo ad altre considerazioni. Riecheggia l’auspicio circa la presenza della giunta in aula. Non manca il nome del presidente della Regione evocato più volte.

Avviso ai naviganti

E poi quei voli d’elicottero sul tema delle assenze del centrodestra che – anche se non si dice – porterebbero i maligni a pensare a una maggioranza poco coesa e una simile eventualità chiamerebbe in causa il ruolo di sintesi dell’inquilino di Palazzo d’Orleans. Ma perché il presidente dell’Ars interviene con una cruda esposizione delle cose, a questo punto del percorso? Per onorare il suo ruolo, certamente, davanti a uno spettacolo poco edificante. Perché spetta a lui tirare le somme. Ma i maligni, convocati nuovamente al proscenio, potrebbero pensare che si tratti perfino di un ‘buffetto’, per via istituzionale, al governatore da parte di Fratelli d’Italia, il partito di Gaetano Galvagno. Una sorta di avviso al nocchiero e ai naviganti, all’interno di un rapporto che vive di vibrazioni contraddittorie. Questi maligni – si sa – sono capaci di pensarle tutte. (rp)


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