Crocetta e la Regione parte civile | Un caso “sbugiarda” il presidente

di

04 Giugno 2017, 16:30

2 min di lettura

PALERMO – Il presidente della Regione si è affrettato a spiegare. “Non ci siamo costituiti nel processo a carico di Patrizia Monterosso – ha detto a Livesicilia – per un motivo molto semplice: la giunta ha deciso che si sarebbe costituita solo in caso di rinvio a giudizio e non è il caso della dirigente”. Dirigente che, per l’esattezza, dopo la richiesta di rinvio a giudizio dei pm palermitani che l’hanno accusata di peculato, ha scelto la via del rito abbreviato. Una “sottigliezza”, secondo molti. Ma che avrebbe spiegato, secondo il governatore, perché la Regione non “chiederà i danni” alla dirigente in caso di una condanna, nonostante un parere dell’Avvocatura dello Stato che ha definito necessaria la costituzione di parte civile, anche per ragioni di imparzialità e opportunità.

Peccato che le cose non stiano come le ha descritte il presidente. E che la vicenda delle costituzioni di parte civile della Regione nei processi contro dirigenti finiti sul banco degli imputati finisca per fare emergere ancora una volta le contraddizioni di una “moralità pubblica” professata a giorni alterni.

Non corrisponde al vero, infatti, che la Regione si sia costituita solo in caso di rinvii a giudizio nei confronti dei burocrati. E non è vero che la scelta del rito abbreviato da parte dell’indagato avrebbe finito per escludere l’intervento nel processo della Regione. E lo dimostrano i fatti. Persino una delibera di giunta, del 3 luglio del 2013, che racconta una vicenda quasi sovrapponibile a quella riguardante il Segretario generale della Regione. Ma in occasione della quale il governo di Crocetta ha deciso in maniera diametralmente opposta. In tutti i sensi.

Il processo in questione è quello a carico di Rino Lo Nigro, ex dirigente esterno della Regione, proprio come Patrizia Monterosso. Il burocrate finì a processo per truffa per avere dichiarato il possesso di una laurea e di un master alla Bocconi mai conseguiti. Il dirigente scelse, proprio come la Monterosso, il rito abbreviato.

Anzi, c’è di più. In quel caso, il governo Crocetta decise di costituirsi parte civile nonostante un parere contrario dell’Avvocatura dello Stato che sconsigliava di entrare nel processo. Come si evince chiaramente proprio da quella delibera di giunta. Una scelta, emerge sempre dalle carte di quella giunta, presa proprio da Crocetta. Lo stesso che ha raccontato una storia diversa, per giustificare la scelta di non costituirsi contro Patrizia Monterosso. Nonostante un parere dell’Avvocatura che, nel caso del Segretario generale, invitasse a farlo. È la doppia morale del presidente.

Pubblicato il

04 Giugno 2017, 16:30

Condividi sui social