Rosario Crocetta non sarà più presidente della Regione. E questo, bene o male, lo sapevamo già. La notizia di ieri è che il governatore non si ricandiderà. L’accordo, pazientemente cercato e trovato da Fausto Raciti e Matteo Renzi, prevede con ogni probabilità delle contropartite non ancora note. La più probabile, stando agli unanimi rumours di Palazzo, contempla una candidatura blindata di Crocetta alle prossime Politiche. Qualcuno si spinge anche a pronosticare che il salvacondotto romano si estenda anche a qualche pezzo pregiato del cerchio magico del governatore.
Vedremo la primavera prossima. Quando avremo ancora una volta la prova provata dell’impunità della politica. Della politica che sgoverna, fallisce, si barcamena tra scandali, pasticci e pantani. Della storia di cinque anni disastrosi, tanto disastrosi da avere spinto i partiti che con Crocetta hanno compartecipato a questo pasticcio a metterlo da parte, preferendo il misconosciuto fuori dalla cinta muraria palermitana Fabrizio Micari, pur di provare a far dimenticare il governatore. Che però non viene posteggiato del tutto. Non lo si invita a farsi da parte e godersi le pensioni da eurodeputato e dipendente Eni (e quella striminzita di 525 euro, si lamenta lui, da ex governatore) a Tusa, a Gela o altrove. No. Il patto, non dichiarato ma presto verificabile, prevede semmai un premio, un salvataggio dorato sugli scranni del Parlamento nazionale, trasformato in buen retiro per politici ingombranti e posteggiati.
È l’impunità della politica. Sbagli? Fai male? Fallisci? Un posto, un posticino, lo si trova sempre. Un cimitero degli elefanti, a pigiare tasti o ad affollare stanze di sottogoverno, lo si rimedia comunque. Solo i giudici ogni tanto infliggono la punizione, quando la cattiva politica sfocia nel penale. Viceversa, l’impunità resta. E il malgoverno si perdona e dimentica presto. A tutti. Basta pensare, spostando lo sguardo altrove, a quella foto della reunion del centrodestra siciliano, per usare le parole di Claudio Fava una “foto ricordo dei governi Cuffaro e Lombardo”, altre esperienze che hanno lasciato i segni. Sulla Sicilia, non sui loro protagonisti. Che sempiterni si ripropongono, come farà Crocetta col salvacondotto di Renzi. Magari portandosi appresso senatori della porta accanto, ex pm riciclati in politica e altri ammennicoli di questa stagione sciagurata. Lo scopriremo la prossima primavera.