PALERMO – Il Nuovo centrodestra in Sicilia continua ad avvilupparsi in un vortice di schizofrenia. Se i giorni dispari i vertici regionali si incontrano a Palermo col nuovo alleato Pd e, stando alle ricostruzioni gironalistiche,pianificano ingressi di tecnici d’area in giunta con Crocetta, i giorni pari i parlamentari nazionali sparano a zero sullo stesso Crocetta.
“Ci sorge il sospetto che il Presidente Crocetta voglia far finta di non comprendere che questa legge sui liberi consorzi e città metropolitane approvata in Sicilia è una finta riforma che getta soltanto fumo negli occhi dei cittadini ai quali si cerca di far credere che le province sono state abolite mentre in realtà si fa soltanto un maquillage che nulla cambia nella sostanza”. Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati di Area Popolare, Nino Bosco, Nino Minardo e Alessandro Pagano e il senatore di Ap Bruno Mancuso. Già nei giorni scorsi i parlamentari nazionali di Ncd-Area popolare si erano pronunciati contro l’ingresso in giunta degli alfaniani. Che hanno alla fine optato per l’idea del “patto per le riforme”, che lo stesso Angelino Alfano ha cercato di ridimensionare mediaticamente. Ma il patto che somiglia tanto a un allargamento della maggioranza va avanti. A forza di incontri settimanali e strategia politiche condivise. E potrebbe portare nel prossimo, ennesimo rimpasto di governo, all’ingresso in giunta di un tecnico gradito a Ncd.
A Roma, i “giapponesi” del partito continuano a chiedere di stare lontani dal governatore gelese. “L’atteggiamento di Crocetta – spiegano i parlamentari Ap – dimostra ancora una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, che dobbiamo stare alla larga da quest’uomo e dal suo modo di intendere la politica. La Sicilia e i siciliani meritano molto di più e prima riusciranno a liberarsi di lui, meglio sarà. Da parte nostra – concludono – ci adopereremo affinché la legge sui liberi consorzi e città metropolitane approvata venga impugnata dal governo nazionale per evidenti profili di incostituzionalità. E ci auguriamo che il presidente Crocetta non sia andato dal presidente Renzi a elemosinare qualche intervento ad hoc”.
È l’ennesima puntata del braccio di ferro intero al partito, dopo la svolta renziana di Alfano, che in Sicilia porta dritto verso Crocetta. E che in tanti continuano a non digerire.