Crocetta ultimo in classifica | Ma in tanti gli fanno compagnia - Live Sicilia

Crocetta ultimo in classifica | Ma in tanti gli fanno compagnia

Con lui anche onorevoli, regionali e nazionali, dirigenti di partito, alti burocrati e manager.

Il sondaggio de Il Sole24 Ore'
di
2 min di lettura

Rosario Crocetta all’ultimo posto tra i governatori nella classifica annuale del Sole24Ore. D’accordo, nessuna sorpresa. Però – sì, c’è un però – è giusto che sia solo lui a beccarsi tale degradante sentenza? Onestà intellettuale impone di dire le cose come stanno. Per quanto pasticciata, inadeguata, confusa e restauratrice – altro che rivoluzionaria! – sia stata la sua presidenza, anzi, proprio per questo, sono tanti coloro che dovrebbero fargli compagnia. Onorevoli, regionali e nazionali, dirigenti di partito, alti burocrati e manager di strutture ospedaliere da lui nominati, occupanti posti di sottogoverno per volontà di capicorrente e segretari. Una folta schiera di personaggi – di più “personaggetti” – adesso piuttosto veloci a prendere le distanze dopo avere sostenuto, appoggiato, sfruttato e mantenuto in vita una delle peggiori esperienze governative, declinata in quattro esecutivi con oltre quaranta assessori, che la Sicilia ricordi. La ragione? Poltrone, esercizio del potere, consolidamento di assetti strategici assolutamente utili in stagione di vacche magre e con lo spauracchio di sonore sconfitte elettorali all’orizzonte. Dal senatore Beppe Lumia, con la vocazione dell’eminenza grigia, al Pd nel suo complesso, nessuna fazione esclusa, compresi i renziani siculi, finti oppositori ben radicati continuativamente in giunta e negli uffici di gabinetto.

Satelliti e cespugli, debitamente riciclati, – provenienti dalla ex-destra berlusconiana o dal centro di una frantumata Udc, di cui è difficile ricordare nomi e simboli e che nonostante ciò riescono a riempire i teatri – che non hanno tardato ad aggregarsi a quello che sembrava il carro dei vincitori, l’inarrestabile locomotiva renziana, almeno fino alla sonora sconfitta dei SI al recente referendum costituzionale – in Sicilia una “Caporetto” – e che ora tentano di smarcarsi cercando posizionamenti vincenti per le prossime elezioni, a Palermo e alla Regione. La buona politica non può soffrire di memoria corta e chi vuole essere testimone e operatore di cambiamento deve compiere atti di vera discontinuità nelle prossime settimane di campagna elettorale, già calda e con le muffe e le furberie di sempre.

E’ un appello ai candidati sindaci di Palermo, intanto. Per carità, accordi alla luce del sole, anche in considerazione della legge elettorale che spinge verso la proliferazione di più liste apparentate e collegate a un candidato sindaco, se si vuole ottenere il premio di maggioranza, vanno bene purchè: primo, si discuta solo di progetti per la città e non di poltrone; secondo, che permanga una sorta di coerenza ideologica – i repentini passaggi da una storia di sinistra a un’alleanza con la destra, o viceversa, si chiama volgare opportunismo – e, terzo, il profilo etico dei candidati al Consiglio comunale sia irreprensibile. In caso contrario rischiamo di non uscirne mai, meno che meno affidandoci ai novelli “Robespierre” a cinque stelle, pare affaccendati a ghigliottinarsi tra di loro, e resteremo eternamente ostaggio delle putrefatte logiche del putrefatto Palazzo della casta, decadente dimora di baroni, capibastone e “traffichini” di tessere e contrattato consenso.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI