CATANIA – La consigliera laica del Cms Rosanna Natoli ha presentato al Comitato di presidenza dell’organo di autogoverno delle toghe una richiesta di annullamento di tutte le delibere del plenum del 17 luglio scorso.
La richiesta è motivata dal fatto che sarebbe stata impedita la sua presenza alla seduta con azioni che l’avrebbero “terrorizzata, forzata e violentata psichicamente da parte dei consiglieri di Area e di Md”. Natoli, componente laica del Consiglio in quota Fratelli d’Italia, alcuni mesi fa è stata accusata di aver rivelato atti di inchiesta alla magistrata Maria Fascetto Sivillo, condannata dal tribunale di Messina, che doveva affrontare un provvedimento disciplinare.
Nel chiedere l’annullamento del plenum del 17 luglio, Natoli fa particolare riferimento al “conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore di Catania al dottor Curcio“.
I minuti prima della seduta
Nella sua richiesta, la consigliera laica precisa che le sarebbe stato riferito di una consigliera del Csm, che “aveva comunicato al vice presidente che qualora fossi entrata in aula consiliare per partecipare ai lavori del plenum avrebbero, in apertura e in collegamento con Radio Radicale, diffuso, mediante lettura, la trascrizione del contenuto della chiavetta Usb”, contenente delle dichiarazioni spontanee della magistrata Sivillo durante un’udienza del 16 luglio (giorno in cui Natoli era stata assente giustificata, ndr).
Sta di fatto che, Natoli, sostiene che se lei avesse votato, nel plenum del Csm, Francesco Curcio e Francesco Puleio avrebbero preso 13 voti ciascuno (Curcio a luglio ha invece vinto per 13 voti a 12) e per anzianità Puleio oggi sarebbe il procuratore di Catania.
La chiavetta Usb
Nella lettera, come detto, afferma di essersi sentita “terrorizzata, forzata e violentata psichicamente”. “E non avendo avuto neanche il tempo di riflettere in merito alla genuinità o meno della chiavetta Usb depositata – scrive – temendo la ripercussione mediatica minacciatami da quei gruppi consiliari, sono stata “costretta”, mio malgrado, ad allontanarmi da palazzo Bachelet”.
La nota si rivolge al vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, ma anche al Comitato di presidenza e agli altri consiglieri. E chiede l’”annullamento e/o revoca in autotutela delle delibere trattate durante il plenum del 17 luglio 2024, e in specie della delibera di conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore di Catania al dottor Curcio, confidando che per il futuro la sottoscritta, eletta, si sottolinea, dal Parlamento in seduta comune, possa esercitare le proprie prerogative consiliari libera da qualsivoglia condizionamento esterno e da atti ostruzionistici sperimentati nelle precedenti consiliature”.