Scarpinato, 'intercettazioni' con Natoli: Fi e FdI attaccano, la replica

Scarpinato e le ‘intercettazioni’ con Natoli: maggioranza di fuoco, la replica

Tensione in commissione Antimafia. Accusa e difesa
IL CASO
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ROMA – L’ex Pm Roberto Scarpinato, attualmente senatore del M5s, sarebbe stato “beccato ad aggiustare, l’audizione di un indagato”, secondo un’inchiesta del quotidiano La Verità.

Scarpinato sarebbe tra gli intercettati – indirettamente – dalla Procura di Caltanissetta mentre “concordava domande e risposte con Gioacchino Natoli”, si legge ancora sul giornale diretto da Maurizio Belpietro.

Scoppia la polemica, da Forza Italia e Fratelli d’Italia arrivano le richieste di dimissioni

Scarpinato, Natoli e le intercettazioni

Gioacchino Natoli, ex presidente della Corte d’Appello di Palermo, è accusato di favoreggiamento di cosa nostra, avrebbe insabbiato un’inchiesta sulla mafia e gli appalti negli anni ’90. “Ho fiducia nella giustizia – aveva detto Natoli dopo la diffusione della notizia sull’indagine – darò il mio contributo per l’accertamento della verità”.

Ma dopo le rassicurazioni, le cimici della procura di Caltanissetta avrebbero continuato a registrare. E Natoli, noto anche per aver mostrato la Costituzione quando il premier era Silvio Berlusconi, sarebbe stato “beccato” mentre dialogava con il senatore Roberto Scarpinato, prima di una testimonianza.

Inutilizzabili le registrazioni con un parlamentare, ma sul piano politico il caso esplode.

Scarpinato: “Solo uno scambio di idee tra noi”

In un articolo de La Verità si afferma che la Procura di Caltanissetta – dice Scarpinato – in occasione della mia audizione come testimone in un procedimento penale nei confronti di Gioacchino Natoli, mi avrebbe contestato il contenuto di mie conversazioni con il medesimo, casualmente intercettate, nel corso delle quali avremmo “aggiustato” le dichiarazioni che si apprestava a rendere all’Antimafia”.

Il senatore del M5s non ha dubbi: “È radicalmente falso” anche perché non vi sarebbe stato nulla da contestare. Con Natoli ho condiviso un lunghissimo percorso di lavoro, che ha reso normale un costante e approfondito scambio di idee tra noi”.

“In questo contesto – prosegue il senatore dei 5 stelle -, dopo che nei suoi confronti dinanzi alla Commissione Parlamentare Antimafia” si parlava “sospetti di condotte illegali, mi ha esternato il proprio rincrescimento per l’infondatezza delle accuse e mi ha anticipato la sua ferma volontà di essere ascoltato dalla Commissione per esporre analiticamente le sue ragioni”.

Costanzo della Porta (FdI): “Se confermato, dovrebbe dimettersi”

“La notizia che il senatore del M5s Roberto Scarpinato, componente della commissione Antimafia, si sarebbe accordato con un audito dalla stessa – dice il senatore di Fratelli d’Italia Costanzo della Porta, componente della commissione Antimafia – il dottor Gioacchino Natoli per concordare domande e risposte da rendere sull’inchiesta della strage di via d’Amelio, costituirebbe un fatto di gravità inaudita”.

“Se fosse confermata – conclude – il senatore Scarpinato dimostrerebbe di non essere degno di rappresentare il Parlamento in commissione Antimafia e dovrebbe dimettersi subito. Lui e il M5S chiariscano subito”.

Fi: “Scarpinato chiarisca”

I rappresentanti di Forza Italia in comissione Antimafia parlano di “un fatto gravissimo e penalmente rilevante. Se la notizia fosse confermata, Scarpinato non sarebbe degno né di essere membro della Commissione Antimafia, né di ricoprire il ruolo di Senatore, e dovrebbe dimettersi immediatamente. Lo invito a chiarire il prima possibile la sua posizione”.

Roul Russo (FdI)

“Come Commissione dobbiamo andare avanti e fare chiarezza, – dice il senatore di FdI Roul Russo – lo dobbiamo agli italiani e lo dobbiamo alla famiglia Borsellino, insieme a quelle degli agenti della scorta. Il tentativo di inquinamento dell’audizione di Natoli e il coinvolgimento di Roberto Scarpinato ci affida più di una riflessione”.

Russo richiama “le dichiarazioni di Lucia Borsellino e dell’avvocato Fabio Trizzino (suo marito) che in audizione avevano espresso non poche perplessità sull’attività di Natoli, allora Pubblico ministero a Palermo. L’accordo sottotraccia fra Scarpinato e Natoli, al fine di confutare le dichiarazioni di Lucia Borsellino, oggi è confermato e noi come Commissione antimafia siamo decisi, per quanto di nostra competenza, a proseguire la nostra opera al fine di far luce su quanto realmente accaduto”.

“Roberto Scarpinato dovrebbe valutare l’ipotesi delle proprie dimissioni – conclude Russo – dalla Commissione antimafia, per l’inopportunità di partecipare al prosieguo dei lavori, visto quanto sarebbe emerso dalle indagini di Caltanissetta“.


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