“Ambito economico-imprenditoriale”: Cuffaro e l'incontro con Cocina

“Interessi economico-imprenditoriali”: Cuffaro e l’incontro con Cocina

Vito Raso, Salvo Cocina e Giuseppe Capizzi
I rapporti con una famiglia di imprenditori

PALERMO – “Ambito economico-imprenditoriale”, lo definiscono i carabinieri del Ros. Ed è probabile che sia uno dei filoni dell’inchiesta ancora top secret.

Si parte dal rapporto fra Totò Cuffaro e il direttore generale del Consorzio di Bonifica della Sicilia occidentale, Giovanni Tomasino, ma gli sviluppi portano altrove. Sarebbero emersi interessi in comune fra Cuffaro e gli imprenditori edili Capizzi di Maletto.

In particolare con Giuseppe Capizzi, classe ’91, che nel 2021 si è aggiudicato un appalto da 9 milioni per il consolidamento e la riqualificazione del centro abitato di Raffadali, paese di origine dell’ex presidente della Regione. Il sindaco è Silvio Cuffaro, fratello di Totò.

I carabinieri del Ros hanno messo sotto intercettazione i cellulari. Ed ecco saltare fuori i “convergenti” interessi. A dicembre 2023 Cuffaro chiedeva a Capizzi se avesse parlato con una non meglio indicata donna e se avesse controllato una “certa cosa”.

L’imprenditore rispondeva che “la cosa era buona”, erano “mille e quattro”, ma la donna aveva commesso “una minchiatedda”. Poi parlavano di un documento, “il coso”, da consegnare. Cuffaro indicava come comportarsi: “Tu vai e ti presenti: ‘sono un amico di Totò’… e glielo dici: ‘senti, ci stiamo occupando… e avremmo trovato questo per restare in Sicilia’”.

Le voci si accavallano non rendendo chiara la conversazione. Parlavano di un soggetto che era “Cta a Catania”. “Non pressatelo sennò vuole i soldi”, diceva Cuffaro che lo avrebbe scavalcato, rivolgendosi al ”direttore” per “sapere intanto quanto ne vuole, così sappiamo come minchia… e così gli facciamo la controfferta”.

“Se tu sei d’accordo, io, questa cosa di qua, più dai miei, un milione, un milione e mezzo glielo posso mettere…”, diceva Capizzi. “… ma lo mettiamo insieme… dobbiamo vedere quanto ne vuole, prima”, rispondeva Cuffaro. Parlavano di una commessa da gestire insieme?

Ad un certo punto hanno iniziato a parlare di Salvo Cocina, responsabile della Protezione civile regionale. “… gliel’ho detto io di parlare prima con Cocina”, spiegava l’ex presidente. “… ma noi altri… dobbiamo mettere sotto quella testa di m… di Cocina, Totò…”, insisteva Capizzi.

Gli investigatori collegano questa vicenda con una conversazione registrata l’8 gennaio 2024 a casa Cuffaro. “… ma… te l’ha fatta quella cosa o no?… io non sono più intervenuto perché tu mi hai detto a me: non fare niente”, diceva il politico.

Nel successivo mese di aprile la questione non era stata ancora risolta. Cuffaro chiedeva a Vito Raso, da sempre vicino al politico, di contattare Cocina (dagli atti finora noti non risulta indagato) per organizzare un appuntamento. L’appuntamento fu fissato per le ore 16.00 in un bar sotto l’ufficio della Protezione civile di Palermo. I carabinieri monitorarono l’arrivo di Raso e Capizzi. Solo il primo però accedeva nella sede della Protezione civile in via Gaetano Abela. L’incontro con Cocina avveniva successivamente in piazza San Francesco di Paola. Da qui, insieme, raggiunsero piazza Sant’Oliva dove c’era Capizzi ad attenderli.

Nell’atto con cui la Procura di Palermo chiede l’arresto (ai domiciliari) di Cuffaro si parla di “opaco intreccio di interessi” con i Capizzi, i quali “ottenevano l’intermediazione dell’ex presidente della Regione per ’avvicinare’ Cocina, il capo della Protezione civile siciliana e verosimilmente versargli somme di denaro in vista delle lucrose gare pubbliche indette dall’ente pubblico da lui gestite”. Di più non si sa. O le indagini non hanno prodotto risultati e tutto si è fermato ai sospetti, oppure si indaga ancora.

“Per ottenere in cambio di volta in volta favori per la sua attività imprenditoriale, nonché per agganciare persone che possano favorirlo – annotano i carabinieri del Ros – è emerso che nel tempo Giuseppe Capizzi ha elargito denaro ed altre utilità nei confronti di Salvatore Cuffaro”.

I carabinieri hanno anche scoperto la breve esistenza di una srl, la “Immobiliare Cavour srl” costituita il 25 marzo 2021 con un versamento di 150 mila euro e cancellata il 12 aprile 2023. I soci erano la moglie di Cuffaro, la figlia dell’assessora Nuccia Albano, le mogli di Raso, e di Capizzi, che a Cuffaro durante la campagna elettorale del 2022 mise a disposizione anche un’auto con autista, l’architetto Vincenzo Cannia.

I rapporti con i Capizzi sono stati uno degli spunti da cui è partita l’intera inchiesta. Un anonimo ha scritto alla Procura di Palermo collegando l’ascesa degli imprenditori con la vicinanza a Cuffaro. Nell’esposto addirittura veniva citato Matteo Messina Denaro – tra i lavori segnalati c’erano quelli per il depuratore di Castelvetrano – ma gli investigatori hanno escluso qualsiasi tipo di contatto con il capomafia. Questo filone si è chiuso, ma le microspie per Cuffaro erano ormai accese.


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