PALERMO – “Non siamo interessati al patrimonio economico della vecchia Dc”. Il segretario nazionale della nuova Dc, Totò Cuffaro, lo mette nero su bianco. Ma facciamo un passo indietro e riavvolgiamo il nastro.
La doppia militanza di Samorì
La saga democristiana della lotta per l’eredità dello scudocrociato (che ha visto sul ring Cuffaro e Rotondi) si è arricchita ieri di una nuova puntata. Nuove polemiche, come riferisce l’Adnkronos, sono nate dal caso Samorì, scoppiato nelle ultime ore che va ad allargare questo scudocrociatogate in salsa sicula. L’imprenditore Gianpiero Samorì, avvocato modenese ed ex leader del Miur, attuale componente del direttivo nazionale di Noi con l’Italia (presieduto da Maurizio Lupi con Saverio Romano ‘vice’), sarebbe stato deferito al collegio dei probiviri per la sua recente nomina a vicesegretario della nuova ‘Democrazia Cristiana’ di Cuffaro. Ma la doppia militanza sarebbe ormai un caso archiviato.
Cuffaro: “Samorì sta con noi”
“Samorì ha lasciato Noi con l’Italia ed è venuto con noi”, dice a Live Sicilia Totò Cuffaro che invece smentisce l’incontro recente (riportato dalle agenzie) con Cesa, Rotondi e Samorì. “Mai incontrati”, dice Cuffaro che non nega la possibilità di arrivare a un’intesa tra “eredi dello scudiocrociato” ma ad altre condizioni e non nell’immediato. Il leader siciliano rivendica, infatti, la titolarità delle liste presentate alle prossime amministrative. “Gli unici che finora hanno presentato liste con la scritta Dc siamo noi, il mio amico Rotondi non le ha mai presentate”, spiega. E aggiunge: “Quando il mio amico Rotondi riterrà di stare insieme io sarà d’accordo, ad oggi registro invece un peregrino tentativo di tale Cirillo Desideri di contestare le nostre liste ed è fallito: infatti le nostre liste sono state ammesse alle elezioni”, continua l’ex presidente della Regione.
“Non siamo interessati al patrimonio economico”
Cuffaro si toglie un sassolino dalla scarpa. In questi giorni, infatti, si è tornato a parlare del “tesoro” democristiano, cioè il patrimonio della balena bianca. Un bottino da 47 milioni di euro che è gestito dall’ex leader del Partito popolare di Pierluigi Castagnetti che secondo notizie di agenzie Samorì vorrebbe rivendicare. “A noi interessa l’eredità culturale della Dc, quella patrimoniale non ci interessa: lo voglio dichiarare ufficialmente”, dice Cuffaro a Live Sicilia lanciando la palla nella metà campo degli amici-avversari democristiani. Vedremo come andrà a finire.