"Cupa, serve l'impegno dei sindaci| per evitare la chiusura" - Live Sicilia

“Cupa, serve l’impegno dei sindaci| per evitare la chiusura”

Il parlamentare Ars: "Il centro universitario è a rischio".

Di Mauro
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AGRIGENTO – “L’atteggiamento ondivago ed incerto della ex Provincia di Agrigento e della Camera di Commercio, che hanno chiesto il recesso dalla qualità di soci dal Consorzio Universitario di Agrigento, rischia di portare alla chiusura dello stesso Consorzio con un danno gravissimo per il territorio e per tantissimi giovani della nostra provincia. Di fronte a questa incertezza e alla conseguente carenza di prospettive, si rischia di generare un circolo vizioso, con la sfiducia e lo sconforto che portano meno iscrizioni, aggravando ulteriormente la situazione”. Lo ha dichiarato oggi Roberto Di Mauro, presidente dei parlamentari MpA all’Assemblea Regionale Siciliana, commentando la situazione del Cupa, il Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento.

Da Di Mauro viene un appello ai sindaci: “Di fronte a questa situazione e alla certa impossibilità che la ex Provincia si faccia ulteriormente carico degli oneri che le spettano, tutti gli enti locali del territorio devono mobilitarsi ed incontrarsi per trovare insieme una soluzione al più presto, affinché non vada disperso il patrimonio storico e di competenze di questa importante istituzione culturale”.

“Il Cupa – ricorda Di Mauro – ha progressivamente ridotto le proprie attività (prima aveva 5 corsi ed oggi ne ha solo 2 – Assistente Sociale e Archeologia) e il CdA nell’ultimo triennio ha svolto con impegno il proprio lavoro riducendo i costi pur mantenendo l’offerta formativa di qualità e di grande importanza per il nostro territorio. Ciò nonostante, resta un costo strutturale che non è sostenibile”. Per il parlamentare regionale “occorre quindi che si affianchi un serio lavoro di razionalizzazione della struttura e riduzione della spesa con il coinvolgimento di soggetti privati ed un nuovo e più forte impegno degli enti locali che potrebbero contribuire, per esempio, ognuno in proporzione alla popolazione residente”.

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