Immagini che Gianfranco Miccichè sia una bussola con l’ago perennemente puntato verso la prossima ambizione. Una tensione incessante. Una mano che alza continuamente l’asticella della difficoltà successiva, altrimenti che gusto c’è a inarcare le reni della politica e a saltare? Poi, dopo un’amena chiacchierata telefonica, scopri che la risposta alla domanda “Cosa farà da grande?” è “Farò il sindaco di Cefalù”. Lui, il proconsole del berlusconismo hard in salsa sicula, il condottiero che portò le armate forzitaliote all’immortale sessantuno a zero. Lui, sottosegretario, cabina di regia di Forza Italia col ministro Alfano, cova desideri insospettabili da Cincinnato. Una tranquillità marinara, dopo gli anni ruggenti delle battaglie?
Scusi, onorevole Micciché, con tutto il rispetto per la preziosa Cefalù, che storia è questa?
“Tra qualche anno voglio fare il sindaco di Cefalù. Che male c’è?”.
Un peso massimo come lei non sarà un po’ ingombrante per un piccolo e incantevole centro?
“Cefalù è una cittadina meravigliosa, può diventare come Taormina. Io ne sono innamorato. Penso che si possa portare avanti uno splendido lavoro”.
Vada per Cefalù. Torniamo alle angustie del presente. Il prossimo sindaco di Palermo sarà un
uomo dell’Udc, Totò Cuffaro dixit…
“E che male c’è?”.
Onorevole, nemmeno un pizzico di faccia feroce? Non è da lei.
“Senta, a me interessa che il prossimo sindaco di Palermo sia uno bravo. Ben venga un’offerta di qualità dall’Udc. Ma si sa, anche in Forza Italia abbiamo candidati molto in gamba”.
In gamba come l’attuale, Diego Cammarata, di più, di meno?
“Bravo come questo, però con maggiore continuità”.
Un suggerimento per la sinistra che non vince più?
“Loro commettono un grande errore. Perdono e scappano. In Sicilia non fanno opposizione. E’ la sindrome Finocchiaro. Invece dovrebbero restare qui e costruire un’alternativa credibile”.
Un consiglio da amico.
“Imparino a perdere”.
Come vi incastrerete alle Europee?
“Non vogliamo incastrare nessuno”.
Riformulo: alleanze, nomi, prospettive…
“La storia ci insegna che il candidato vincente è Berlusconi. Del resto si può discutere”.
Ci vuole Berlusconi.
“Sì”.
Come sta il governo Lombardo?
“Grazie alla terapia e alla pace di Forza Italia le condizioni dovrebbero migliorare”.
Come sta l’assessore Russo?
“Parla di politica o di salute? No, perché con le cose che fa…”.
E’ già una risposta. Come va la sua coabitazione col ministro Alfano alla guida degli azzurri? Mica litigherete per il colore delle tendine nelle riunioni?
“Sono contento di condividere questa esperienza con lui. Angelino è bravissimo”.
Allora, la prossima intervista sarà da sindaco di Cefalù.
“Tra qualche tempo, chissà”.
Nel frattempo potrebbe gustare il vino di Cuffaro. Ha detto che gliene manderà una cassa per congratularsi della recente nomina.
“Lo berrò volentieri. Totò fa un vino buonissimo”.