Da Riposto a Calatabiano: dirigente “diviso” e imputato - Live Sicilia

Da Riposto a Calatabiano: dirigente “diviso” e imputato

L’uomo, che gode della presunzione d'innocenza, lavorerà per tre mesi in “utilizzo congiunto” per i due Enti Comunali

CATANIA – Tre mesi di lavoro come istruttore tecnico del comune di Calatabiano: è l’accordo di “utilizzo congiunto in convenzione” tra Calatabiano e il comune di Riposto, con cui le due pubbliche amministrazioni si scambiano un dirigente, in assenza di altre persone a cui poter assegnare la carica. Ma il dirigente sta affrontando un processo di primo grado per un’accusa di estorsione.

La delibera

In seguito a una riunione della giunta comunale, con a capo il sindaco Giuseppe Intelisano, il comune di Calatabiano ha deliberato lo scorso 25 maggio di utilizzare, in convenzione con il comune di Riposto, l’architetto Gaetano Di Fato come istruttore tecnico. L’accordo prevede che l’architetto, di solito in forze al solo comune di Riposto, lavori per diciotto ore settimanali, e fino alla fine di agosto, anche per l’ufficio tecnico di Calatabiano. Spesa totale prevista, quasi 5 mila e quattrocento euro, che graveranno sul “redigendo bilancio di previsione 2021 – 2023”.

L’impiego in convenzione tra diversi comuni dello stesso professionista, per sbrigare incarichi vacanti o per sopperire a una carenza di personale, è abbastanza frequente tra piccoli comuni. In questo caso, il dirigente scelto dal comune di Calatabiano è noto alle cronache per essere stato rinviato a giudizio per presunti fatti di estorsione che riguardavano il Museo del Vino di Riposto.

Il contesto

I fatti contestati al dirigente, architetto Gaetano Di Fato, risalgono al 2015. Sei anni dopo, Di Fato non ha ancora visto la fine del processo che lo riguarda, ancora alla fase dibattimentale, e dunque è a tutti gli effetti innocente, dato che l’eventuale prova del contrario non è ancora arrivata. In più, il processo che lo coinvolge non gli impedisce di lavorare con la pubblica amminstrazione, come confermato da Attilio Floresta, avvocato di Di Fato: “Ho verificato, e la pendenza di questo procedimento penale, di cui è accusato Di Fato, non è ostativa al lavoro nella pubblica amministrazione. Il processo in ogni caso è alla fase dibattimentale, si sta verificando l’ipotesi accusatoria. Non c’è giudice che si sia pronunciato”.

A una richiesta di parlare della nomina, inviata al suo ufficio stampa, il sindaco di Calatabiano Antonio Intelisano ha preferito non rispondere.

L’amministrazione

La macchina amministrativa del comune di Calatabiano soffre da tempo di una carenza di organico, come si può leggere nella stessa delibera di utilizzo in convenzione che riguarda Di Fato. Tra le premesse, infatti, la giunta comunale scrive che “esigenze strutturali” dell’ente, arrivato a “sole 23 unità di personale a tempo intederminato, richiedono la presenza di ulteriori risorse umane affinché possano essere garantiti i servizi istituzionali ed assicurata la piena operatività”. Qualsiasi amministrazione, senza dirigenti dell’ufficio tecnico, rischia la paralisi, e dunque era necessario nominare un dirigente per portare avanti i lavori. Fonti nel palazzo comunale riferiscono che la carenza di dirigenti è estesa a diversi piccoli paesi della provincia catanese, e che per questo, dopo tre richieste speciali per dirigenti da destinare all’ufficio tecnico, il comune si sarebbe trovato costretto a chiedere ai comuni limitrofi.


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