PALERMO – Due giorni di frenetico tour. E due giorni di annunci e promesse. Un po’ su tutto. Un infaticabile Matteo Renzi ce l’ha messa tutta per migliorare il feeling con la Sicilia, bestia nera nei sondaggi per il Sì. Dalle strade alle chiese di paese, Renzi non ha lesinato energie. E promesse. Sforzandosi di raccontare un mirabolante futuro di rinascita per l’Isola. Ecco in sintesi l’abbecedario dell’agenda renziana tra cose fatte, qualcuna, cose da fare, tante, e buoni propositi.
A come antimafia
A Cinisi il premier ha assunto l’impegno di realizzare nel casolare in cui fu ucciso Peppino Impastato in un “luogo della memoria”. Se serve, anche espropriando.
B come brand
La sfida è il “rilancio del brand Sicilia nel mondo, e anche a questo servirà il prossimo G7 a Taormina”.
C come cantieri
Il Presidente del Consiglio e il ministro delle Infrastrutture Delrio presenziano alla firma del contratto di programma Anas-Regione con opere per 500 milioni. “Abbiamo dovuto sistemare le opere pubbliche rimaste a metà. Oggi i 470 milioni di euro sbloccati sono un passo avanti gigantesco sulle strade di questa Regione. Non sono l’unico passaggio”, le parole di Renzi.
D come decontribuzione
E’ il piatto forte: “E allora vi comunico che solo in Sicilia chi creerà posti di lavoro riceverà la decontribuzione totale, come il jobs act”. E ancora: “Tra poco Del Conte dell’Anpal firmerà un atto molto importante da 730 milioni di euro, che sono quelli della decontribuzione per il 2017. Gli incentivi del jobs act solo per il Mezzogiorno saranno confermati integralmente. Le aziende che scelgono di assumere al Sud hanno la decontribuzione totale come il primo anno del Jobs act. E’ una importantissima scelta che abbiamo fatto per il 2017. Dicono che gli incentivi funzionano e pensano di criticarci…”.
E come Europa
“Stiamo facendo una battaglia in Europa. La bandiera dell’Europa è qui con noi e la teniamo al nostro fianco ma l’Europa faccia il suo mestiere, che è promuovere la crescita e non solo l’austerity, investire sul futuro e non solo in burocrazia”.
F come futuro
“L’Italia ha bisogno della Sicilia – ha detto il presidente del Consiglio – e l’Isola deve cambiare passo e non mettere una pezza. Se ci chiedete promesse non troverete nulla, se ci chiedete un impegno strategico lo avrete. Italia non è il Paese del passato, ma quello che costruisce il futuro”.
G come grano (hai mai visto il)
“Da quanto tempo non c’era un impegno fermo del governo sull’agricoltura? La prossima settimana manderemo a Bruxelles il decreto sull’etichettatura del grano”, annuncia al Politeama.
H come Holy church (in Sambuca)
Renzi incontrando il sindaco di Sambuca assicura l’impegno per restaurare la chiesa madre.
I come immigrazione
“Abbiamo posto il veto con il sottosegretario Gozi a Bruxelles” che voleva “lasciare i siciliani a farsi carico dell’immigrazione, di salvare migliaia di vite di farsi carico delle soluzioni e della complessità della vicenda. E poi riempiono di soldi i Paesi europei che non accettano non soltanto un accordo che loro hanno firmato, ma con i nostri soldi alzano i muri”.
L come lista (della spesa)
“Noi per la Sicilia abbiamo un elenco della spesa, una lista di cose da fare, abbiamo un disegno strategico che tiene insieme la cantieristica, le infrastrutture, il lavoro”.
M come Matteo (quell’altro)
“Il Matteo che mi toglie il sonno non è Salvini ma Messina Denaro: lo assicureremo alle patrie galere”.
N come new company
Ecco l’accordo preliminare per la creazione di una new company tra Anas e Cas per la gestione (e ammodernamento) delle autostrade esistenti.
O come oscurità (al porto)
Renzi incontra gli operatori di Mazara del Vallo e promette un intervento sul porto che è senza luci.
P come porti (e prìncipi)
“Delrio è qui, stasera sarà a Marsala perché non dimentichiamo la necessità di investire sull’aeroporto di Trapani. Siamo stati a Catania, poi saremo a Palermo con Fincantieri e non solo. C’è necessità di investire sui porti e sull’economia del mare ingiustamente tagliuzzata negli anni passati. E’ come se la Bella addormentata si fosse svegliata, non c’è stato bisogno del bacio del principe Delrio, non di un investimento particolare ma di serietà e rigore”.
Q come quelle due Italie
“Abbiamo due Italie – sottolinea – una che cresce in termini di posti di lavoro, cioè il Nord, e un’Italia che continua ad arrancare, cioè il Sud”. Una differenza “assurda”, dice il premier che promette di cambiare musica.
R come Ragusa (under)ground
A Ragusa il premier annuncia la realizzazione di una metropolitana di superficie.
S come scuola
“Nella scuola ci sono 200mila precari e non puoi azzerare tutto e fare un concorso nuovo – ha aggiunto il premier – perché con quelle persone hai assunto un’obbligazione perché hai permesso loro di lavorare e li hai portati su una strada dalla quale non possono tornare indietro. Noi dobbiamo chiudere con il passato e trovare una stagione nuova.
T come treni
Ferrovie: i passeggeri del Sud “non possono essere cittadini di serie B: non è giusto”. Ed è “inaccettabile che in Sicilia ci siano ancora tratti col binario unico”. Tanti, per la verità.
U come Un grande futuro
Ancora sul futuro: “L’Italia ha un grande futuro se la Sicilia prende in mano il Mezzogiorno”.
V come vocale (compro una)
“Nella sanità quest’anno abbiamo messo due miliardi di euro in più. Oggi ho letto che stiamo per togliere l’Imu per mettere l’Imi, siamo a compro una vocale di Mike Bongiorno… E’ una cosa che non sta né in cielo né in terra. Noi non aumentiamo le tasse, vogliamo tagliarle”.
Z come zero (senatori)
Nota a margine. Questa promessa non c’è nella due giorni siciliana. Ma il problema esiste secondo quanto scrive oggi il Fatto quotidiano. Le cinque regioni autonome, Sicilia inclusa, prevedono per statuto che i consiglieri regionali non possano essere parlamentari nazionali. In base alla nuova riforma invece dovrebbero andare al Senato a rappresentare la regione. Come si fa? Bisogna cambiare gli statuti e servono leggi costituzionali per farlo. Che il Parlamento dovrebbe approvare con la procedura rinforzata che proprio la riforma prescrive. Insomma, secondo questa lettura, allo stato la Sicilia e le altre regioni a statuto speciale non potrebbero avere senatori. Anche se tra i giuristi c’è chi la pensa in maniera opposta. S’attende al riguardo la prossima uscita dell’inarrestabile premier.