MINEO – Da Luca Odevaine all’Isis, dalla tutela del lavoro degli operatori del Cara di Mineo alla creazione di una “no tax zone” a ristoro del danno all’economia del territorio calatino che il cara di Mineo avrebbe causato, connivenze politiche e spartizioni. Una denuncia ampia e ricca di punti quella lanciata nel corso di una conferenza stampa promossa da alcuni consiglieri comunali di Vizzini, Ramacca, Raddusa, Castel di Iudica e Mineo per richiedere l’intervento del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, sulla questione Cara di Mineo.
I consiglieri comunali, così come espresso stamattina e così come si evince da un documento a firma comune, chiedono al Presidente Renzi il Commissariamento del Consorzio “Calatino Terra di Accoglienza”, il pieno rispetto del “Patto per la Sicurezza”, la sospensione della gara di appalto presso il CARA di Mineo, la tutela dei posti di lavoro delle tante famiglie calatine presso il CARA di Mineo, l’applicazione di una “no tax zone” nel Calatino per favorire lo sviluppo economico e sociale delle aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale con potenzialità di sviluppo inespresse e più accurati controlli sulle possibili infiltrazioni di organizzazioni terroristiche criminali.
La denuncia dei consiglieri è secca: alla inopportuna presenza di Luca Odevaine negli “affaire” del Cara di Mineo, aggiungono una diretta denuncia nei confronti di molti dei loro colleghi dei rispettivi comuni di provenienza: “ è mai possibile”, si legge nel documento a firma comune “che un organo quale il Consiglio comunale che ha la competenza esclusiva in materia di adesione a Consorzi per l’Ente ha al proprio interno un elevato numero di consiglieri che lavorano presso le cooperative che gestiscono i servizi o stretti parenti o sostenitori? E ancora se l’Ente aderisce ad un Consorzio, quest’ultimo diventa una sua partecipata come può l’organo consiliare esplicare le proprie funzioni di controllo con un così forte conflitto di interesse?”
I consiglieri firmatari denunciano dunque una connivenza e un’omertà sull’argomento forse dovuta ad interessi precisi che altrimenti potrebbero essere intaccati. Ad infuocare in queste settimane l’atmosfera le parole del sindaco di Ramacca Franco Zappala che nelle sue dichiarazioni avrebbe fatto intendere come il sistema della gestione del Cara e degli Spaar è figlio di un’ottima strategia di spartizione di posti di lavoro e di appalti sul territorio che permetterebbe una tacita accettazione delle maggioranze ed opposizioni in seno ai consigli comunali, sulla gestione complessiva dell’emergenza immigrati in Sicilia.
Nel documento sottoscritto dai consiglieri comunali si denuncia inoltre il pessimo controllo che, a loro dire il sindaco di Mineo Anna Aloisi in qualità di Presidente del C.d.A. del consorzio “Calatino Terra di Accoglienza” in concorso con gli altri sindaci, avrebbe tenuto circa il buon andamento della macchina amministrativa e sulla gestione del CARA di Mineo. Alla Aloisi non risparmiano neppure il rapporto politico intrattenuto con Paolo Ragusa, sostenitore della sua candidatura e figura da “controllare” in veste di Presidente del C.d.A. del consorzio Calatino terra di Accoglienza”. Dubbi vengono sollevati anche sulle procedure di assunzione del personale all’interno del Cara, fermo restando l’intento di voler tutelare i lavoratori che in atto lavorano nella struttura. Al presidente del Consiglio è chiesta l’istituzione di una “no tax zone” per favorire lo sviluppo del territorio limitandone l’impoverimento economico, che deriverebbe dalla presenza del Cara.
Ultima non certo minore preoccupazione fra i sottoscrittori vi è quella che miliziani dell’Isis possano arrivare nelle nostre coste e successivamente nel nostro centro di accoglienza mettendo a serio rischio la sicurezza dell’intero territorio e non solo. Due le risposte che attendono i consiglieri comunali, la prima e più importante quella del Governo Nazionale al quale è indirizzata la missiva e non meno importante un’azione della Magistratura che chiarisca se dolo nella gestione degli appalti ci sia stata e i nomi dei responsabili. Così come già scritto da Livesicilia in esclusiva, lo scorso mese la Procura della Repubblica di Caltagirone ha aperto un’inchiesta nella quale ad oggi non risulta nessun iscritto nel registro degli indagati.