RAPALLO – Secondo giorno a Rapallo per il 52° Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria dal titolo “Nuova frontiera, Direzione 5.0″”. Presente al meeting, in corso all’Excelsior Palace Hotel, anche il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani.
“Il Pnrr è una grande sfida – ha detto il governatore Schifani – . Da pochi mesi sono tornato nella mia Sicilia che non ho mai abbandonato comunque, anche quando ero capogruppo al Senato. Ho trovato una Sicilia che ha voglia di crescere: il 35 per cento dei fondi Pnrr di fondi impegnati, l’attività si è realizzata. Sul programma collaterale siamo al 50 per cento”.
“Il turn over in Sicilia è bloccato”
Il presidente della Regione siciliana è intervenuto anche in merito al piano di rientro dal disavanzo della Regione: “La Sicilia è una regione deficitaria di classe dirigente – ha detto Schifani -. Anni orsono, con Musumeci presidente, la Sicilia firmò un accordo con il governo nazionale, premier Giuseppe Conte che prevedeva Il blocco delle assunzioni per evitare il dissesto. Il turn over in Sicilia è bloccato. L’età media dei funzionari regionali è di 60 anni. È in corso una trattativa con il ministro Giorgetti. Stiamo lavorando, confido prima dell’estate di avere l’ok per lo sblocco del turnover e anche per rivedere i compiti a casa”.
Schifani: “L’autonomia differenziata è una grande sfida”
Per Schifani anche la questione dell’autonomia differenziata “è una grande sfida”, dice. “Ho dato l’assenso in Conferenza Stato-regioni ma ci sono diritti non negoziabili e saremo molto vigili. Se sarà rispettato daremo l’assenso finale, sarà una valutazione in progress. Dobbiamo essere garantiti che i Lea ci siano e siano gli stessi in tutto il Paese. Prima c’era la garanzia, con il cambio di sistema dobbiamo verificare che la Sicilia non venga penalizzata. Apprendo oggi che la Lombardia non vuole gli stessi Lea in tutta Italia”.
Fontana a Schifani: ‘Dammi l’autonomia devastata della Sicilia’
Dopo queste affermazioni gli animi hanno iniziato a scaldarsi. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha infatti ribattuto così al presidente della Regione Siciliana: “Schifani parte già dall’autonomia, loro si tengono tutte le tasse e a fine anno il governo integra con altre risorse”.
Botta e risposta tra Fontana e Schifani
Da qui il botta e risposta tra i due. Schifani ha ribattuto che l’autonomia speciale della Sicilia “non esiste più, devastata dai precedenti governi” ma Fontana ha incalzato dicendo: “Dammi l’autonomia devastata della Sicilia e non rompo più le scatole a nessuno”.
Si è mostrato quindi perplesso che di livelli essenziali di prestazioni non si sia parlato “per 70 anni” e ha ironizzato che i cittadini dovrebbero dire “grazie all’autonomia”. “Non ci si è mai preoccupati – ha osservato Fontana – che l’Italia andasse a due velocità”. Quindi la replica di Schifani: “Quando si cambia il sistema, bisogna verificare che ci siano alcune garanzie”.
“Per insularità i 10 mln in finanziaria sono pochi”
“La Sicilia interverrà con forza per far valere finanziariamente il principio dell’insularità – ha assicurato Renato Schifani – che prevede l’obbligo dello Stato di intervenire per rimuovere quelle distonie dovute alla marginalizzazione geografica con interventi economici di rilievo. Non possono essere certo i 10 milioni messi nell’ultima Finanziaria che lasciano il tempo che trovano. Lo dico al Governo, perché il mio compito è tutelare i diritti dei siciliani”.
“All’Ars c’è il far west, approvate norme senza copertura”
“In Sicilia ho trovato un sistema di attività legislativa molto preoccupante – ha confessato Schifani – Mentre alla Camera e al Senato un emendamento che comporta spese prevede che prima passi in commissione Bilancio o dalla Ragioneria, a Sala d’Ercole c’è il far west. Si approvano norme prive di coperture e poi arriva il governo nazionale o la Corte costituzionale che le impugna”.
“Questa situazione la eredito, come la eredita il presidente dell’Assemblea regionale, Gaetano Galvagno, che è in carica da un anno. Mi auguro che con questa Presidenza ci sia una forte scossa per dare delle regole, perchè su questo sono molto preoccupato. Se non si legifera bene si rischiano i conti pubblici e la qualità dell’attività legislativa”.