PALERMO – Ha fatto tredici. E a sborsare saranno ovviamente i siciliani. Perché il commissario straordinario dell’Esa, Francesco Calanna, è un “esterno” della Regione. Il cui stipendio si aggiunge a quello degli oltre sedicimila dipendenti regionali. Tra loro, evidentemente, non ce n’era uno buono per guidare l’Esa. Dove Calanna ha ricevuto la tredicesima proroga in tre anni e mezzo. Il più straordinario tra i commissari straordinari.
Roba da Guinnes dei primati, lì nel carrozzone storico dell’agricoltura. Dove il governo regionale ha piazzato da tempo un ex deputato regionale, la cui ultima proroga è apparsa formalmente grottesca, come le altre. Tutte basate sull’attesa che si definiscano gli organi dell’ente (cioè il cda). Che lo stesso governo si guarda bene dal ricostituire da anni. Nonostante il fatto di aver “compulsato” le associazioni di categoria che dovranno essere rappresentate nell’Esa. Ma queste, a quanto pare non rispondono. E allora? Pazienza, bisogna prorogare, ancora una volta, il commissario.
Non pescando, ovviamente, tra le migliaia di dipendenti regionali che potrebbero svolgere quel ruolo senza pesare ulteriormente sulle casse pubbliche. Ma scegliendo lui, Francesco Calanna, nativo di San Salvatore di Fitalia, nel Messinese, e residente a Capo d’Orlando, tra gli aspiranti deputati regionali, politicamente “trombati”. Non eletti, cioè, alle ultime elezioni nel collegio di Messina, dove è stato preceduto dagli eletti Rinaldi, Laccoto e Panarello. Ma la nomina pluriprorogata di un esterno come Calanna è frutto, si legge negli atti allegati alla delibera sottoscritti nell’ultimo caso da Antonello Cracolici, delle “qualificate e consolidate esperienze maturate”. Nessun riferimento, ad esempio, ai titoli del commissario milleproroghe. Che nel suo curriculum non annota, tra i titoli in possesso, una laurea, ad esempio, a fronte di tanti dipendenti regionali laureati una o più volte. Ma che ha deciso di dichiarare, come “qualifica conseguita” quella del “corso di laurea non completato” e già che c’era, di elencare le materie sostenute nella facoltà di Giurisprudenza: 17 esami superati in… 18 anni di frequenza (dal 1977 al 1995).
Ma si sa, quando c’è la politica di mezzo cambia tutto. Anche il tempo da dedicare agli studi. E in effetti, Calanna nella politica ha sempre navigato, nascendo però nell’alveo socialista. Poi, un cursus honorum “classico”: consigliere comunale a Capo d’Orlando, poi consigliere provinciale a Messina, poi il grande sbarco a Sala d’Ercole, dove verrà eletto nel 2006, tra le fila della Margherita, quindi dei Democratici di sinistra. Non proprio una legislatura in cui Calanna aveva sudato sette camicie: un solo disegno di legge porta la sua firma e appena 8 le interrogazioni in due anni e mezzo dove il parlamentare era primo firmatario. Nel frattempo, da anni guida il “Gal” dei Nebrodi, una associazione pubblico-privata assai attiva e influente nei Comuni della zona.
Negli ultimi anni, poi, dopo il tentativo andato a male di rientro a Sala d’Ercole, ci ha pensato Crocetta. Anche, magari, grazie alla sponsorizzazione del senatore Beppe Lumia, che ha tessuto le lodi di Calanna, un burocrate in grado di toccare gli interessi della mafia nelle campagna del Messinese, anche in alcuni atti ufficiali in parlamento. Un commissario straordinario, davvero. Che ha appena fatto tredici. Tredici proroghe, per un esterno della pubblica amministrazione. Un primato, nel carrozzone che persino l’assessore Cracolici considerava così inutile da auspicarne la chiusura. E dove ha finito per piazzare un suo uomo. Il direttore generale Fabio Marino. Un fedelissimo, al fianco del commissario milleproroghe.