Dal sogno alla vendita all'asta |Irene, vittima della burocrazia - Live Sicilia

Dal sogno alla vendita all’asta |Irene, vittima della burocrazia

La storia della signora Irene Accetta inizia nel lontano 1984 quando insieme al fratello decide di acquistare due lotti di terreno ad Aci Catena. L’idea è di edificare tre villette a scopo abitativo. Da lì inizia un calvario senza fine lastricato di ostacoli, denunce a vuoto e difficoltà economiche.

ACI CATENA – Le raccomandate con ricevuta di ritorno sono tutte conservate con cura. I destinatari delle missive sono illustri: il Ministro della Giustizia, Papa Francesco, il Presidente del Consiglio, il Presidente della Repubblica. Lettere senza risposta. La storia della signora Irene Accetta inizia nel lontano 1984 quando insieme al fratello decide di acquistare due lotti di terreno ad Aci Catena. L’idea è di edificare tre villette a scopo abitativo. Da lì inizia un calvario senza fine lastricato di ostacoli, denunce a vuoto e difficoltà economiche. Le missive di denuncia, anzi di richiesta d’aiuto, sono soltanto la punta dell’iceberg di una vicenda che si dispiega per oltre vent’anni.

Signora, quando inizia la sua storia?

La mia storia inizia nel 1984 quando io e mio fratello acquistiamo un terreno ad Aci Catena.

Che cosa volevate costruire?

Volevamo tre realizzare tre corpi di costruzione all’interno di due lotti che furono acquistati separatamente, ma poi unificati.

Cominciate a costruire e poi cosa accade?

In un primo momento il progetto per questi tre corpi di costruzione ci fu approvato. Noi ne realizzammo uno: quello centrale. Poi abbiamo sospeso perché, purtroppo, nel 1990 è venuto a mancare mio padre, esattamente un anno dopo esserci trasferiti in quella casa.

Quando decidete di riprendere i lavori?

Nel 1999. Nel frattempo erano scaduti i termini della vecchia concessione e decidiamo di ripresentare la richiesta per lo stesso tipo di costruzione senza nulla variare. Dal Comune però non arriva nessuna risposta ufficiale.

Poi che cosa accade?

Visto il silenzio assoluto del Comune, nel 2002 ripresento lo stesso progetto sperando di ottenere una qualche risposta. Anche in questo caso silenzio assoluto. In maniera assolutamente informale, nelle varie richieste di appuntamenti con i responsabili degli uffici tecnici ci viene detto che loro non potevano rilasciarci il progetto senza addurre nessun tipo di spiegazione ma che potevamo, se volevamo, costruire con il silenzio assenso. Cosa che non mi ha mai convinto, perché se tempo prima io e mio fratello acquistammo due lotti di terreno in una lottizzazione che, per quello che potevamo sapere noi, era assolutamente in regola, non vedo perché avremmo dovuto poi avvalerci di questo tipo di escamotage.

Lei vive ancora in questa casa?

No. Questa casa, a causa dei numerosi problemi di tipo finanziario incontrati, alla fine ci è stata venduta all’asta per un importo di duecento quattordici mila euro contro un valore effettivo di un milione di euro.

In che anno?

Nel 2005. Da quel momento in poi io ho cercato in tutti i modi di sapere cosa effettivamente fosse successo. E ho scoperto che la lottizzazione era scaduta nel periodo in cui avrebbero dovuto approvarmi i progetti, quindi dal 1999 in poi. Quindi non potevano chiaramente autorizzare l’ulteriore evoluzione dei lavori. Appena, guarda caso, mi viene sottratto, diciamo legalmente, questo bene, vengo a sapere che sono rilasciate regolari autorizzazioni e che avevano trovato delle soluzioni.

In che anno?

Siamo nel 2007.

Da allora lei cerca di fare chiarezza. A chi si è rivolta?

Ho fatto diversi esposti, il primo alla Guardia di Finanza che trasmise gli atti alla Procura che regolarmente ha archiviato insieme a tutte le altre lettere e denunce fatte alla stessa.

Quanto denaro ha perso?

Tutto quello che i miei in quarant’anni avevano costruito.

 A chi altro si è rivolta?

Ho contattato l’assessorato al Territorio e Ambiente per capire perché e in che modo il Comune aveva trovato queste soluzioni che nel mio caso non aveva potuto o forse voluto trovare.

Cosa le è stato risposto?

Mi hanno detto che il Comune aveva agito legalmente.

Chi altro ha informato di questa situazione?

Al culmine della disperazione, ho informato, di recente, il Ministero di Grazia e Giustizia, il Papa, il Presidente della Repubblica e il Presidente Renzi. Nessuno mi ha risposto, anzi. Mi è stato detto che forse mi avrebbero dato delle risposte qualora lo avessero ritenuto opportuno. Il che mi fa pensare che, poiché non ho un cognome altisonante e conosciuto, il mio appello cadrà nel vuoto.

Vuole provare a fare un appello?

Sì, voglio capire cosa è successo, sapere se qualcuno ha sbagliato e se può ancora pagare.


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