Catania

Dalla missione al quartiere Angeli Custodi all’aiuto ai terremotati

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26 Febbraio 2023, 14:34

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CATANIA. 6 febbraio: il frangente di un sisma devastante che ha messo in ginocchio i territori e la popolazione a cavallo tra i confini di Turchia e Siria. A prestare soccorso in queste settimane che restano drammatiche c’è anche un uomo impegnato, da sempre, nell’emergenza sociale e nell’accoglienza.
E’ il monaco yoga catanese, Dada Ganadevananda che in queste settimane si trova sul posto, a dare una mano assieme a tanti volontari ad una moltitudine di persone rimaste senza niente. Alle quali un terremoto devastante ha tolto anche gli affetti più cari.

Dada Ganadevananda è stato un pioniere dell’accoglienza. La sua “missione” tra i quartieri Angeli Custodi e San Cristoforo rappresenta una vera e propria opportunità per tante famiglie di togliere i propri figli dalle “brutte”strade.
In questi giorni, come detto, assieme all’organizzazione AMURT Italia in cooperazione con la Fondazione Stella Polare Onlus e l’associazione Don Bosco 2000 – presente c’è anche Marco Canzonieri -, ha sentito forte la necessità di recarsi là dove occorre conforto e aiuto.

“Il sostegno che arriva da lontano è una medicina allo sconforto”

“A Samandag, un’area di Hatay particolarmente colpita – spiega – è stato commovente come ci hanno accolto, alcuni con lacrime di riconoscenza, altri con dei sorrisi a 32 denti, altri ancora in silenzio e con la mano poggiata sul cuore, segno di vicinanza umana. Non volevano che andassimo via, ed è stato chiaro a tutti come al di là dell’utilità e dal sollievo rappresentati dalle tende che abbiamo portato fin lì, la presenza di un inaspettato sostegno altruistico che arriva da così lontano, è una vera medicina per lo sconforto d’aver perso tanto o tutto, una speranza che il futuro può e dev’essere migliore proprio perché non si è lasciati soli”.

Famiglie al freddo e urgenza di aiuti

“Rinnoviamo la richiesta di donazioni, perché davvero possiamo tutti assieme fare una grande differenza per persone come noi, che nel giro di qualche lunghissimo secondo hanno visto la propria sicurezza esistenziale svanire, assieme a tanti loro cari ancora sepolti fra le macerie. La lontananza Oisica e per certi versi anche culturale non deve prevalere, perché la sofferenza umana è la stessa e poi in cuor nostro lo sappiamo, che gli altri siamo noi. 

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Intere famiglie a dormire in auto al freddo, per paura di nuove scosse e comunque per aspettare verifiche delle proprie abitazioni in termini di solidità strutturale, perché ogni casa ha certamente qualche crepa in più, e con la sicurezza non si scherza”.

Una situazione complicata

“Durate la prima settimana del dopo sisma i tredici ambulatori della città sono stati presi d’assalto dai superstiti, esaurendo le scorte dei medicinali e forzando i medici a turni continui di servizio. Da parte di UMKE, l’organizzazione nazionale turca di soccorso medico, ci era arrivata la richiesta di aiuto per assicurare che ci fossero sufficienti medicinali e materiali prima che gli ambulatori riaprissero lunedì, dopo la prima pausa per i medici durante il fine settimana, durante la quale è stato permesso anche a loro di recarsi nei villaggi dell’entroterra a recuperare le salme dei propri cari periti sotto le macerie. 

Avendo ricevuto precise richieste dalle autorità della tendopoli nello stadio di Kahramamaras, in merito a necessità primarie dei senzatetto lì rifugiati, come sapone liquido per le mani, shampoo, indumenti intimi, calzini, pannolini e pannoloni e assorbenti, domenica ci siamo attivati per procurarne più possibile, e ieri, lunedì 20, siamo tornati con un camion a distribuirli”. 

“C’è bisogno di tutto”

“Il nostro proposito è di procurare maggiori quantità di tutto dopo aver meglio capito l’entità del bisogno, specialmente per gli adulti che non sono tuttora tutti censiti, magari da qualche produttore locale per utilizzare al massimo e al meglio le donazioni che generosamente vengono fatte a favore dei più bisognosi.
Qui c’è davvero bisogno di tutto”.

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26 Febbraio 2023, 14:34

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