“Dopo gli ineleganti capricci del finanziatore regionale che stavano per annullare la possibilità di presentare il restauro del teatro Garibaldi, completato con cura dagli architetti civici di Palermo, ho pensato che sarebbe cortese nei confronti della città offrire personalmente e con un contributo economico privato l’occasione di una serata che i cittadini tutti meritano”. Lo dice Philippe Daverio curatore del progetto “Garibaldi a Palermo”, la kermesse di mostre e spettacoli, in programma da oggi a domenica, replicando alla decisione dell’assessore regionale ai Beni culturali Gaetano Armao di ritirare il finanziamento di 34 mila euro per la serata di presentazione del teatro restaurato alla città in programma per domani.
“Gli artisti coinvolti hanno aderito con entusiasmo – continua Daverio – alla proposta dichiarando, per i medesimi motivi, di volerne essere gratuitamente i protagonisti. A loro va un plauso cordiale”. Il progetto, presentato la scorsa settimana a Villa Niscemi da Daverio e dal sindaco di Palermo Diego Cammarata, prevede mostre e spettacoli in programma da oggi fino a domenica. Nel pomeriggio sarà inaugurata l’esposizione “Garibaldi, mito e realtà”, che sarà visitabile fino al 27 giugno, alla Galleria d’Arte Moderna S. Anna. Domani, dalle 21, c’é la serata di inaugurazione del Teatro Garibaldi che riapre per una sera, in attesa della sua apertura definitiva, per presentare alla cittadinanza il restauro realizzato in questi due anni. Atmosfera retrò per l’ouverture: la sala del teatro sarà trasformata per l’occasione in un grande salone delle feste, con tavolini e sedie. Si prosegue, sabato, con la ricostruzione storica della battaglia del Ponte dell’Ammiraglio ispirata dalle memorie di Giuseppe Cesare Abba. La mattina di domenica, infine, verrà rievocato l’armistizio tra Garibaldi e i Borbonici, siglato a Palazzo Pretorio. Il luogo prescelto è il prato del Foro Italico: alle 11 un volo di palloni di colore bianco, rosso e verde si alzerà in cielo, portando con sé l’armistizio firmato. Ma il progetto è stato da più parti politiche criticato per i costi eccessivi, l’assenza di trasparenza dei bandi per la selezione delle maestranze artistiche da coinvolgere e la mancanza di originalità.
