PALERMO – Uno scontro politico a tutto campo che rischia di far esplodere le tensioni all’interno della maggioranza e gettare pesanti ombre sul futuro della sindacatura. Il voto di oggi a Sala delle Lapidi sulle modifiche al regolamento dehors ha visto infatti un colpo di scena: i consiglieri di Sinistra Comune hanno abbandonato l’Aula, in dissidio col resto degli orlandiani, non votando un atto molto “caro” a Italia Viva, che esprime sia l’assessore alle Attività produttive (Leopoldo Piampiano) che il confermato presidente di commissione (Ottavio Zacco).
Ieri gli emissari dei due partiti si sono incontrati alla ricerca di una sintesi sul regolamento, ma il vertice si è concluso con un nulla di fatto; una tensione che è sfociata oggi in consiglio comunale e che ha portato la Sinistra ad abbandonare i lavori e a lasciare l’Aula, come ha fatto (anche se per altri motivi) il Movimento cinque stelle.
Uno scontro, quello tra i renziani da un lato e Giusto Catania dall’altro, che non è certo una novità. Già alcune settimane fa, in occasione di una riunione di maggioranza sulla Ztl notturna, Italia Viva aveva sparato a zero contro Catania per bocca di Edy Tamajo, costringendo il sindaco Orlando a una mediazione al ribasso. Un attacco frontale che è stato solo l’inizio di una escalation, con il capogruppo Sandro Terrani (che guida la formazione dei faraoniani di stretta osservanza) che a più riprese ha tuonato contro l’assessore alla Mobilità. Una tensione latente che si è trascinata per giorni, fino al verdetto del Tar che ha dato il via libera alla Ztl che partirà proprio stasera.
Catania, che aveva già incassato una sostanziale riconferma in sede di rimpasto, non ha nascosto il proprio entusiasmo per la decisione del Tribunale che lo ha, di fatto, consacrato come il vero vincitore del braccio di ferro con i commercianti, tanto da ottenere una partenza immediata della Ztl ignorando le richieste di uno slittamento provenienti anche da esponenti del suo stesso partito, ossia il presidente della Prima circoscrizione Massimo Castiglia.
Ma lo scontro tra Sinistra Comune e Italia Viva è rimasto più vivo che mai ed è esploso alla prima occasione utile, ossia il regolamento dehors su cui gli uomini di Tamajo avevano puntato tutto. Il consiglio comunale ha infatti approvato un emendamento che nei fatti “imbriglia” l’assessore: il rilascio delle autorizzazioni è vietato in quelle zone che non sono state pedonalizzate dal consiglio comunale (anche con il Pgtu), compresi gli assi viari “soggetti a sperimentazioni”. In pratica via Maqueda, il Cassaro e via Roma, cioè il cuore del centro storico. Uno schiaffo diretto a Catania contro cui Sinistra Comune ha provato a reagire con un sub-emendamento, ritrovandosi però isolata dal resto della maggioranza. Da qui la scelta di abbandonare i lavori.
“E’ intollerabile che nella città in Italia in cui negli ultimi tempi più si parla di sviluppo turistico ci sia la mancanza di regole certe per i cosiddetti “dehors” – dicono i consiglieri di Sc – Questo ha discriminato in primo luogo le attività di più recente apertura. Tuttavia la nostra forza politica non ha potuto accettare una formulazione che sui tre assi principali della città e non solo consegna gli operatori economici e i residenti a un regime ancora poco chiaro, che creerà contenziosi e discriminazioni”. “Ci chiediamo con questa formulazione come sarà possibile, ad esempio, concedere il suolo pubblico in alcuni luoghi strategici come via Emerico Amari, piazza Marina, Sferracavallo, Mondello – continuano gli esponenti della Sinistra – Ci auguriamo che le organizzazioni di categoria insorgano per tutelare gli interessi dei soggetti che vogliono rappresentare”.
Ma il vero colpo arriva alla fine: “Tutto ciò – conclude la nota di Sc – con l’obiettivo di usare un regolamento per lanciare un segnale politico alla giunta: una scelta sbagliata, ancor più perché trasversale a tutte le forze politiche noi eccettuati. Qualcuno vuole riaprire via Maqueda e corso Vittorio Emanuele alle auto? Tutti dicono di no, ma poi molti si comportano come se lo volessero fare. Per questo siamo usciti dall’Aula, continuando a ritenere che alla nostra città servono regole sul commercio chiare e applicabili e non “regolamenti di conti” fra forze politiche”.
Inutile dire che la scelta di Sinistra Comune ha fatto saltare i nervi alla maggioranza. “Questo regolamento è stato frutto di un lavoro portato avanti dall’assessore Piampiano, da tutta Italia Viva e dalle varie forze politiche di maggioranza e opposizione – attacca Terrani – Evidentemente Sinistra Comune non sostiene gli atti portati da altri assessori che non siano il suo, a differenza di Italia Viva e delle altre forze politiche di maggioranza che invece hanno mostrato senso di responsabilità in più occasioni. Ma la responsabilità non può essere solo a senso unico”.
“Una gravissima presa di posizione – stigmatizza il deputato di Iv Edy Tamajo – che esige un confronto tra le forze politiche di maggioranza che chiederemo al sindaco. Un plauso all’assessore, al presidente della commissione, a tutti i consiglieri di Iv per aver svolto con tenacia, spirito costruttivo e amore per questa città un gran lavoro per dare al tessuto commerciale di Palermo regole certe”.
A mostrare segnali di insofferenza però è anche il Partito Democratico, per bocca del capogruppo Giovanni Lo Cascio: “Da settimane diciamo che c’è un problema nella maggioranza e quanto successo oggi non fa che dimostrarlo. Serve una cabina di regia che al momento è assente, per questo chiediamo al sindaco un incontro immediato tra le forze politiche che lo sostengono: non è possibile andare avanti a strappi. E’ necessario un chiarimento politico per i prossimi due anni”.
Tutto qui? No, perché lo scontro potrebbe continuare anche la prossima settimana col rinnovo delle commissioni consiliari. Contrariamente a quanto accaduto in passato, infatti, le sette commissioni sono state rinnovate in ordine sparso e senza un accordo complessivo di maggioranza: sono stati confermati Paolo Caracausi (Avanti insieme), Rosario Arcoleo (Pd), Ottavio Zacco e Gianluca Inzerillo (Italia Viva), mentre mancano all’appello Francesco Bertolino (Italia Viva), Giovanni Lo Cascio (Pd) e Barbara Evola (Sinistra Comune). Queste ultime tre commissioni dovrebbero votare il presidente nei prossimi giorni e non è escluso che le tensioni tra Italia Viva e Sinistra Comune riesplodano nuovamente.