PALERMO – Il futuro del depuratore Ias di Priolo Gargallo, e dell’intera area industriale siracusana, è nelle mani del gip di Siracusa. Nessun decreto ‘salva-Priolo’, quindi. Lo lascia intendere a chiare lettere il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel giorno in cui riunisce il tavolo sul futuro dell’area industriale che vede insieme imprese, sindacati e istituzioni.
Urso: “Da governo e Regione ogni sforzo”
“Il governo e la Regione Siciliana hanno messo in campo ogni sforzo per salvaguardare il distretto chimico di Priolo ma allo stato attuale solo il gip, alla luce di nuove evidenze sulle emissioni che oggi risultano in netto miglioramento, può arrestare il processo di chiusura del depuratore”. La chiusura dell’impianto comprometterebbe le attività di importanti aziende chimiche, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro “e azzerando – osserva ancora Urso – un’intera filiera industriale sul territorio siciliano”.
Task-force sulle emissioni
Per giungere a un nuovo pronunciamento della magistratura è stata costituita una task-force tecnica. Ne fanno parte il ministero delle Imprese e del Made in Italy, il ministero dell’Ambiente e la Regione Siciliana. L’organismo raccoglierà e analizzerà gli aggiornamenti sulle emissioni del depuratore “che, dalle recenti rilevazioni condotte dai gestori dei singoli stabilimenti industriali e da Arpa Sicilia, indicherebbero un trend positivo – si legge in una nota del ministero delle Imprese e del Made in Italu – sui valori dei reflui industriali”.
Schifani: “Massima attenzione”
“È stata accolta la nostra proposta”, fa notare il governatore Renato Schifani che poi spiega: “Arpa Sicilia sarà incaricata di effettuare un monitoraggio costante e puntuale dei valori emissivi, assicurando trasparenza e rigore scientifico. La Regione segue con la massima attenzione questa vicenda, con il duplice obiettivo di salvaguardare la continuità del polo industriale e garantire il rispetto delle normative ambientali”. Al vertice erano presenti anche l’assessora regionale al Territorio e all’ambiente, Giusi Savarino, dirigenti generali dei dipartimenti coinvolti e rappresentanti delle forze produttive e sindacali.
“Il nostro impegno – prosegue il governatore – è volto a coniugare sviluppo industriale, salvaguardia dell’occupazione e tutela dell’ambiente, consapevoli dell’importanza strategica del distretto chimico di Priolo sia per l’economia siciliana sia per quella nazionale. Il tavolo tecnico rappresenta un passo concreto in questa direzione e confidiamo che le nuove evidenze possano contribuire a una soluzione positiva e sostenibile”.
Le critiche della Cgil
Critiche, invece, da Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil, e Marco Falcinelli, segretario generale Filctem-Cgil. “Non c’è alcun atto concreto da parte del governo, per accelerare le azioni utili a scongiurare fermi produttivi e a coniugare la tutela dell’ambiente con il diritto al lavoro di un’area fondamentale per la Sicilia e per il Paese”, affermano con una punta d’amarezza.
“La magistratura, ancora una volta, interviene a seguito dei ritardi della politica e delle imprese – proseguono -. Così restano soltanto le sentenze a decidere sulle politiche industriali, rischiando che siano i lavoratori gli unici a pagare il fermo produttivo”.
La Uil: “Vertenza nazionale”
La Uil, con la segretaria generale Uiltec Daniela Pira e con la segretaria confederale Vera Buonomo, ricorda: “La vertenza sul futuro dell’area industriale di Priolo è questione nazionale. Occorre salvaguardare il nostro sistema industriale – aggiungono – attraverso una vertenza sinergica a tutela del distretto siracusano, affinché si possano attrarre investimenti, salvaguardare i livelli produttivi ed occupazionali”.