PALERMO- I pm di Palermo Paolo Guido e Nino Di Matteo hanno chiesto la condanna a tre anni di Massimo Ciancimino, accusato di detenzione e cessione di esplosivo. Due anni sono stati chiesti per Giuseppe Avara, cui Ciancimino avrebbe consegnato una parte dei candelotti di tritolo, che gli sarebbero stati dati a scopo intimidatorio, perché se ne disfacesse. La vicenda nasce dall’arresto per calunnia del figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, ad aprile 2011.
Ciancimino rivelò ai pm di avere ricevuto il tritolo da una persona che voleva spingerlo a non collaborare più con gli inquirenti all’indagine sulla trattativa e di averlo nascosto in giardino. Versione cambiata dopo che gli inquirenti scoprirono che il teste aveva trasportato l’esplosivo a Palermo da Bologna. I pm, nella requisitoria, hanno riconosciuto il contributo investigativo dato da Ciancimino alle inchieste, ma hanno sottolineato come sulla vicenda del tritolo l’indagato sia stato reticente. La sentenza sarà emessa dal gup il 19 novembre.
Il fratello del giudice Paolo Borsellino, Salvatore, ha partecipato, insieme ad alcuni esponenti del movimento Agende Rosse, all’udienza del processo a carico di Massimo Ciancimino, che era in aula, accusato di detenzione e cessione di esplosivo. Borsellino ha così manifestato solidarietà al testimone della trattativa Stato-mafia per cui la Procura ha chiesto la condanna a 3 anni di reclusione. E’ stato Ciancimino a chiedere che il processo, che è si celebra in abbreviato quindi in camera di consiglio, si svolgesse a porte aperte.
(Fonte ANSA)