PALERMO – La Corte di assise d’appello di Palermo ha dichiarato prescritto il reato di calunnia contestato a Massimo Ciancimino nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. In primo grado, il figlio del sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, aveva avuto 8 anni. I giudici che celebrano il secondo grado del giudizio sul presunto patto tra le istituzioni e i boss avevano stralciato, su istanza dei suoi legali, la posizione di Ciancimino. Secondo la corte il reato si sarebbe prescritto il 2 aprile 2018, prima dunque della sentenza di primo grado.
La decisione, oltre ad annullare la condanna, determina la revoca delle statuizioni civili accessorie. Ciancimino era finito sotto processo con due imputazioni: la calunnia dell’ex capo della polizia Gianni de Gennaro e il concorso esterno in associazione mafiosa. Quest’ultima accusa era già stata dichiarata prescritta nella sentenza di primo grado. Prosegue, invece, il processo agli altri imputati: i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, gli ex carabinieri del Ros Mario Mori Antonio Subranni e Giuseppe De Donno. (ANSA).