Di Maio parla da vicepremier | "Stop ai vitalizi, la delibera c'è" - Live Sicilia

Di Maio parla da vicepremier | “Stop ai vitalizi, la delibera c’è”

Il capo del Movimento 5 stelle in Sicilia per la campagna elettorale in vista del 10 giugno.

RAGUSA – “Adesso lo Stato siamo noi”. Esordisce così da Marina di Ragusa, in un post su Facebook, il vicepremier e ministro delle Attività produttive e del Lavoro Luigi Di Maio, oggi in Sicilia per la volata in vista delle elezioni comunali del prossimo 10 giugno. La prima tappa del tour domenicale è a sostegno di Antonio Tringali, candidato a sindaco di Ragusa per il Movimento 5 Stelle. Com’è ovvio, però, i temi nazionali si intrecciano strettamente a quelli locali, considerando la recentissima nascita del governo giallo-verde con la Lega. L’amico-nemico di Di Maio, Matteo Salvini, alleato a Roma e avversario in Sicilia, è nelle stesse ore anche lui sull’Isola per la campagna elettorale del centrodestra. “Con Salvini non siamo alleati, siamo due forze politiche che hanno sottoscritto un contratto”, ha detto ai giornalisti il capo politico del Movimento 5 stelle. E da Catania Salvini fa eco: “Quello che non è scritto nel contratto Cinquestelle-Lega non sarà preso in discussione, così eviteremo di litigare”.

Di Maio “sfrutta” il suo ruolo politico di vicepremier per convincere i ragusani a votare Tringali: “Sappia Ragusa che se farà insediare un’amministrazione a 5 Stelle, avrete il governo centrale dalla vostra parte, un filo diretto. Ogni volta che Antonio e la sua squadra mi chiameranno, io ci sarò. Questa è la mia promessa”.

E dal palco Di Maio lancia anche la promessa più attesa, quella che fa esplodere la folla nonostante il caldo e il solleone in un boato di approvazione: “Via i vitalizi! La delibera è già pronta, l’ha preparata Roberto Fico in questi mesi mentre lavoravamo alla costruzione di questo governo. Aboliremo le pensioni privilegiate e che gli ex parlamentari facciano pure tutti i ricorsi che vogliono”. E non solo: “Faremo dei provvedimenti per aiutare i cittadini che sono in povertà e pertanto non possiamo prescindere dal reddito di cittadinanza e dalla pensione di cittadinanza. Saranno i due provvedimenti che porterò al più presto all’esame del Parlamento”.

Di Maio ha raccontato di aver mantenuto fede anche a un’altra promessa, che aveva fatto in campagna elettorale e che riguarda un imprenditore “legato a questa terra”: “Sergio Bramini è un imprenditore monzese fallito per colpa dello Stato che, nonostante il credito di 4 milioni di euro accumulato dalla sua società, si è visto portare via la sua casa ipotecata per scongiurare il fallimento e salvare la società e i suoi 32 dipendenti. Lo avevo incontrato in campagna elettorale e gli avevo promesso che se fossimo andati al governo lo avrei portato con me per far sì che nessun altro imprenditore si debba trovare a subire l’ingiustizia che gli è toccata in sorte. Da oggi lavorerà con me al Ministero dello Sviluppo Economico, al servizio degli imprenditori onesti. Lo Stato è finalmente dalla parte dei cittadini”. “Con la sua esperienza – ha aggiunto – cercheremo di aiutare gli imprenditori. Perché ci dirà come aiutare gli imprenditori come lui che hanno avuto problemi perché lo Stato non l’ha pagato. La sua vicenda parte proprio da Ragusa. Lui è fallito anche perché l’Ato Ambiente Ragusa non l’ha pagato. Gli deve 2,2 milioni di euro. Un credito enorme che non l’ha aiutato a salvare la sua azienda. Ora lui ci dirà come fare perché non ci siano altri casi come il suo”.

“È dal 1994 che non accadeva che un governo si insediasse senza un ministro indagato o condannato. Con noi è stato possibile. Non è stato facile ma alla fine siamo riusciti a far partire questo governo”, ha aggiunto Di Maio. “Abbiamo fatto una bella squadra per il governo – ha proseguito – e abbiamo scelto ministri di alto spessore. Come il ministro Tria all’Economia o come Alfonso Bonafede alla Giustizia. Qualcuno ci dava degli illusi, ci deridevano perché dicevano che non saremmo andati mai al governo. Ora ci siamo e vogliamo restituire il potere ai cittadini. Non vogliamo sfruttare il governo per esercitare un potere spicciolo”. E, più tardi, a Catania, non si è tirato indietro di fronte alla domande sul presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Tutto è bene quello che finisce bene. Il M5s considera il presidente Mattarella un garante perché ha dimostrato ragionevolezza e responsabilità per le istituzioni. Ci sono stati giorni di rabbia che non sono sfociati nell’odio e alla fine è arrivata la buona notizia”.

Arrivato poi al comizio a sostegno del candidato sindaco del M5s Giovanni Grasso, Di Maio ha detto: “Voglio avviare subito i centri per l’impiego con l’aiuto delle Regioni. E se gli assessori regionali si prenderanno loro il merito non è importante, l’importante è realizzare il progetto”.

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