CATANIA – Beni per 500mila euro sono stati confiscati dalla Dia di Catania agli eredi di Aurelio Magro, commerciate del settore dell’abbigliamento, ritenuto esponente del clan Trigila, deceduto nel luglio del 2009. Il provvedimento, su proposta del direttore della Dia e richiesto dal Procuratore di Catania Giovanni Salvi, è stato emesso dal Tribunale di Siracusa. Riguarda due abitazioni e quattro terreni ad Avola, quattro auto e una moto.
I dettagli. La confisca è stata disposta dal Tribunale di Siracusa, che, accogliendo la proposta avanzata dal Direttore della D.I.A., in applicazione della normativa antimafia che consente di aggredire i patrimoni dei mafiosi anche dopo la loro morte, ne aveva già ordinato il sequestro. La confisca antimafia si inserisce nell’ambito dell’operazione “Nemesi” condotta dalla Polizia di Stato di Siracusa che, nel luglio 2008, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Catania, aveva disarticolato il Clan mafioso “Aparo – Nardo – Trigilia” assicurando alla giustizia oltre 60 affiliati, alcuni dei quali posti ai vertici dell’organizzazione criminale, con l’accusa di “associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata ed illecita concorrenza con violenza aggravate da finalità e metodo mafiosi”.
Le indagini avevano evidenziato, fra l’altro, la posizione di esponente di primo piano di Aurelio Magro nell’ambito del Clan Trigilia, espressione del cartello criminale denominato “Aparo – Nardo – Trigilia”, filiazione nel territorio siracusano della famiglia catanese “Cosa Nostra” di Benedetto Santapaola ed operante nella zona sud di Siracusa. Anche alcuni collaboranti di giustizia, nel far luce sulle attività criminali del clan, avevano riferito che Magro, suocero del noto boss Crapula Michele, elemento verticistico del predetto consesso mafioso, aveva l’incarico di gestire i proventi delle estorsioni che venivano effettuate dal sodalizio e di tenere i contatti con i vari soggetti presi di mira dal clan stesso. L’esito delle indagini è statoo suffragato dagli accertamenti di natura economico-finanziaria e patrimoniale eseguiti dalla D.I.A. di Catania, che hanno evidenziato un valore di beni riconducibili all’uomo, e successivamente passati in eredità alla moglie e ai figli, sproporzionato rispetto al reddito dichiarato.
La Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha proposto al Tribunale di Siracusa il sequestro dei beni esistenti in capo agli eredi di Magro in quanto i beni stessi si presentavano sperequati rispetto ai redditi dichiarati e tali da fondare la presunzione della loro illecita acquisizione in quanto derivanti dalle attività illecite poste in essere dal clan mafioso “Trigilia”. Il Tribunale Aretuseo, accogliendo la proposta della D.I.A., ha disposto la confisca del patrimonio riconducibile al defunto Magro, trasmesso per successione agli eredi, che ha interessato 2 appartamenti e 4 lotti di terreno siti in Avola (SR), 4 autovetture ed 1 motoveicolo.