Il Casalese, l’ascesa e il tramonto del deputato Nicola Cosentino (Cento Autori, pagg. 256, euro 16), frutto delle inchieste di nove autorevoli giornalisti che da anni seguono le vicende politiche e giudiziarie della Campania e dell’Italia, è stato raccontato e commentato ieri al Kalesa, celebre locale palermitano, da Enrico Bellavia e Massimiliano Amato, con il commento del Sindaco Orlando e dal magistrato Antonio Ingroia. “È importante che i Siciliani leggano questo libro, perché quanto raccontato”, spiega Bellavia, “è già avvenuto in questa terra. Un libro di inchiesta, la storia di un uomo e le strane similitudini tra la storia di Nicola Cosentino e Vito Ciancimino”.
Il sindaco Leoluca Orlando, esordisce chiarendo la sua vicinanza ed il suo apprezzamento per il libro e parlando delle 4 C che accomunano la storia di Palermo e Napoli: Cosentino, Ciancimino, Corleonesi e Casalesi. “Nelson Mandela è stato condannato eppure lo stimo”, continua citando prima Gesù e Ghandi come esempi di persone condannate eppure rispettabili e da stimare, concludendo poi “ Se rivendico il mio diritto di parlare bene di un condannato, potrò avere il diritto di criticare un non condannato”.
Massimiliano Amato, uno dei coautori del libro, ribadisce l’idea che questo è stato un progetto in cui i giornalisti partenopei sono stati in grado di riunirsi e fare una fotografia su quanto fatto negli anni dal clan dei casalesi e da Cosentino. Per Amato la storia del parlamentare Pdl non è diversa da quella di Ciancimino, ma precisa: “Almeno voi a Ciancimino non lo avete mandato a Roma” .
Il magistrato Antonio Ingroia, tra i presenti, si dichiara non sbalordito dai fatti campani, ma piuttosto contento che si inizi un percorso di denuncia anche nelle altre regioni. Per il magistrato la trattativa e le relazioni tra politica e mafia non sono mai concluse. Piuttosto che di sporadici contatti, il magistrato parla dell’esistenza di una relazione stabile e organica tra la mafia e lo stato.