Processo Open Arms, Orlando: "Lega in piazza? Offesa ai giudici"

“Quella piazza è un’offesa ai giudici, il Comune non è più parte civile”

L'ex sindaco Orlando, eurodeputato dei Verdi: "Lagalla danneggia la città"

PALERMO – La manifestazione della Lega in piazza a Palermo “è una mancanza di rispetto per i magistrati”, nel quadro di una narrazione sui migranti “distorta dalla realtà dei fatti”. Leoluca Orlando, europarlamentare e responsabile dei Verdi europei per il Mediterraneo, protagonista di accesi duellia distanza con Matteo Salvini durante la sua doppia sindacatura al Comune di Palermo, risponde al telefono mentre è in viaggio da Bruxelles a Montpellier. Nella cittadina francese andrà a partecipare a una tavola rotonda organizzata da Sos Mediterranee sul ruolo dell’Europa nelle migrazioni. Orlando parte subito con la notizia: “Ma lei lo sa che il Comune non è più parte civile al processo Salvini?”.

Palermo era la città ‘porto aperto’, oggi qui la Lega va in piazza nel giorno del processo Open Arms per solidarietà con Salvini.
“Bisogna avere un grande rispetto per il lavoro dei magistrati. Salvini ha incassato il sostegno di Orban, e questo la dice lunga sul tema dei diritti… . Il premier ungherese e lo stesso governo italiano fanno quadrato attorno al leader della Lega che è chiamato a rispondere di un gravissimo sequestro di persona. C’è prima di tutto una mancanza di rispetto per i diritti dei migranti e poi per il processo che è in corso”.

Tra lei e Salvini ci fu un lungo duello in quegli anni, non solo sui migranti.
“Ricordo lo scontro sulla residenza anagrafica dei migranti, anche lì ho vinto io. Ignorai i suoi decreti e lui disse che avrebbe mandato l’esercito per bloccarmi. L’esercito non è mai arrivato e, dopo un anno e mezzo, la Corte costituzionale ha detto che i suoi provvedimenti erano illegittimi. La verità è che Salvini ha un problema coi diritti e col diritto”.

Ora una manifestazione per il processo Open Arms nella città che lei aveva aperto ai migranti e che è parte civile proprio in quel procedimento: che effetto le fa?
“Purtroppo non è più così”.

Che intende dire?
“Il Comune era parte civile nel processo Open Arms. Nel corso della mia sindacatura avevamo fatto la richiesta e il tribunale l’aveva accolta. Adesso ho saputo che l’attuale sindaco (Roberto Lagalla, ndr) ha dato disposizione all’Avvocatura comunale di non ‘coltivare’ quella costituzione di parte civile”.

In effetti all’udienza del 20 settembre il legale del Comune di Palermo non era in aula.
“Lo considero un fatto molto grave. Una rinuncia che produce una decadenza di una costituzione di parte civile che era già stata accolta dai giudici. Una mancanza di rispetto nei confronti dello stesso tribunale. Tutto questo rischia di distruggere il lavoro di questi anni. L’attrattività ritrovata di Palermo, che si era rifatta una reputazione e una immagine, oggi è a rischio con la scelta di Lagalla che dimostra di non essere libero facendo scelte anche in contrasto con quanto già deciso dal tribunale”.

Il tema dei migranti torna alla ribalta sul dibattito nazionale.
“C’è una lettura distorta e inadeguata della realtà. Si parla di ‘invasione’ ma così non è. Prima di tutto vorrei ricordare che i migranti sono esseri umani, e inoltre i numeri dicono che non c’è nessuna invasione. Negli ultimi dieci anni il numero di migranti giunti in Europa è di un milione, a fronte di un continente che nello stesso periodo vede morire venti milioni di persone. Per non parlare della strage in mare: 28mila morti accertati, ai quali si aggiungono quelli di cui non sappiamo nulla”.

Un falso problema dunque?
“L’immigrazione appare come un problema proprio perché non c’è un’adeguata lettura della realtà, e di conseguenza non si trovano adeguate soluzioni”.

Il governo ha stretto un patto con l’Albania.
“Un patto scellerato, come lo fu quello con la Libia ai tempi di Minniti e quello con la Tunisia. Esternalizzare le frontiere non è una soluzione. Questi accordi, inoltre, non hanno nessuna garanzia sul rispetto dei diritti umani. Nel caso dell’Albania c’è anche un’aggravante”.

Quale?
“Una follia economica. Si prevede una spesa di ottocento milioni di euro in cinque anni. Considerato che i criteri europei non consentono di portare in Albania più di 2.500 persone all’anno, se anche si riuscisse a raggiungere quella cifra si tratterebbe di una spesa di 64mila euro a migrante. Tutto questo solo per consentire al governo di fare uno spot, anche perché questi trasferimenti avranno un tempo limitato. Una follia sia sotto il profilo dei diritti che dell’economia. Uno spot che aggrava il problema”.

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