Dietro front della Regione sull’Ast. I privati non entreranno nell’azienda dei trasporti siciliani. Il cambiamento di rotta è stato ufficializzato oggi nel corso dell’assemblea dei soci. La Regione, tramite Gianni Silvia, vice capo di gabinetto del governatore Raffaele Lombardo, ha fatto sapere che non ci sarà la fusione per incorporazione con la Jonica Trasporti, partecipata dall’Ast insieme al gruppo di Antonello Montante, numero due di Confindustria Sicilia.
E’ passata, dunque, la linea portata avanti in questi mesi, e in solitario, dal vice presidente dell’Ast, Giulio Cusumano. Il rischio, denunciato con forza anche dai sindacati, era che la Jonica trasporti potesse diventare un cavallo di Troia per l’ingresso di capitali privati nella più grande azienda di trasporti siciliana. In caso di cessione il privato avrebbe potuto vantare un diritto di prelazione sull’Azienda. Sull’operazione di incorporazione si è registrato uno scontro di pareri. Gli esperti si sono divisi sulla necessità di procedere o meno all’operazione con un bando pubblico. Secondo Cusumano, in caso di fusione l’Ast avrebbe pure perso il contributo di 25 milioni sborsato dalla Regione. Sembrava scontato lo stop dell’Unione europea. In gioco non c’erano solo il parco mezzi, ma anche il patrimonio dell’Ast che possiede immobili e terreni in mezza Sicilia. E’ anche la commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana si era detta contraria alla privatizzazione. Ora resta il nodo della Jonica. Cosa farà la Regione delle sue quote, visto che la legge prevede che vengano cedute? Il dietro front non è stato, comunque, indolore.
Il progetto di fusione per incorporazione è costato fatica e lavoro per i dipendenti ma anche soldi per le casse dell’Ast. E su questo fronte c’è un giallo. Riguarda la cifra sborsata per pagare il perito incaricato dal tribunale di seguire la vicenda. Gira voce che sia stata pagata una parcella da 400 mila euro. O forse 40 mila. Questione di zeri.