PALERMO – Hanno scritto pure al presidente del Parlamento europeo. E la richiesta è stata chiara: “Consentite al tribunale di Palermo di processare Rosario Crocetta”. Una richiesta racchiusa in quattro pagine con le quali gli avvocati del presidente della commissione antimafia all’Ars Nello Musumeci, cioè Enrico Trantino e Ruggero Razza, hanno sollevato seri dubbi sulla possibilità che il governatore possa avvalersi dell’immunità parlamentare nel procedimento in cui è imputato per diffamazione aggravata nei confronti del politico catanese. Un processo che è stato sospeso e rinviato al 31 maggio, appunto, in attesa di conosce l’esito della richiesta avanzata da Crocetta agli uffici del parlamento europeo, di difesa dell’immunità parlamentare.
La vicenda affonda all’estate del 2012. Siamo in piena campagna elettorale per le elezioni regionali. Il procedimento penale è nato dopo la denuncia di Musumeci ai magistrati di Catania, che per competenza trasferirono gli atti a Palermo. Il deputato regionale nella querela sostenne che il governatore, durante quella campagna elettorale, nel corso di un comizio lo avrebbe accusato di avere fatto un accordo sottobanco con Gianfranco Miccichè, anche lui candidato alla guida di Palazzo D’Orleans, sulla realizzazione dei termovalorizzatori. “Che la mafia avrebbe voluto costruire in Sicilia”, ricordano i legali, sottolineando il riferimento a Cosa nostra e definendo “gravissima” l’accusa “nei confronti di un uomo politico – scrivono gli avvocati nel documento inviato al Parlamento europeo – che è stato protagonista della vita parlamentare siciliana e che, non a caso, è stato eletto presidente della Commissione parlamentare antimafia all’Ars”. Oggi, ricordano Trantino e Razza, dopo aver affrontato più fasi del procedimento penale e dopo diverse udienze davanti al Tribunale penale, Crocetta, che aveva accettato il processo al punto da farsi ascoltare come imputato sia nell’udienza preliminare che davanti al giudice del dibattimento, ha chiesto la difesa dell’immunità. Una richiesta annunciata nella seduta del parlamento europeo il 21 gennaio scorso.
Una immunità che si fonderebbe sul fatto che in quei giorni, Crocetta rivestiva ancora la carica di eurodeputato. Ma secondo i legali di Musumeci, quelle dichiarazioni non sarebbero coperte dall’immunità, perché espresse in occasione di una campagna elettorale per le Regionali.
“Noi – dichiara il legale di Crocetta, Vincenzo Lo Re – non chiediamo un privilegio. Abbamo infatti prodotto i documenti che dimostrano come il parlamento abbia concesso l’immunità per un caso analogo all’attuale sindaco di Napoli e allora eurodeputato Luigi De Magistris, su una querela sporta dall’ex ministro Clemente Mastella. Le dchiarazioni di Crocetta non sarebbero legate all’attività di parlamentare europeo? Abbiamo fatto notare alla commissione Juri – prosegue Lo Re – che la gara sui termovalorizzatori cui ha fatto riferimento Crocetta era stata annullata dalla Commissione europea. In qualità di parlamentare europeo, a prescindere dal fatto che fossimo o meno in campagna, Crocetta aveva il diritto e il dovere di sollevare la questione in qualità di vicepresidente della commissione antimafia e di componente della commissione ambiente. Un ruolo quest’ultimo che gli ha permesso di conoscere molto bene le interferenze della mafia sul ciclo dei rifiuti”.
“Abbiamo il massimo rispetto per l’istituzione Parlamentare, – insistono però gli avvocati di Musumeci, Trantino e Razza – ma ci sembrava inevitabile che la voce della persona offesa dal reato giungesse sulle scrivanie dei deputati che dovranno decidere se impedire alla giustizia italiana di proseguire il processo nel quale è imputato Rosario Crocetta. Siamo consapevoli – proseguono gli avvocati – di come le istituzioni talvolta si uniscano negli opposti schieramenti a protezione della casta, ma non vogliamo neppure prendere in considerazione l’ipotesi che la richiesta di immunità venga accolta. Sarebbe, infatti, un precedente non conforme alle decisioni della Corte di Giustizia Europea che ha sempre fondato il diritto alla immunità sul nesso funzionale tra la dichiarazione e il ruolo, un nesso che certamente non può essere ritenuto esistente – hanno concluso – per dichiarazioni rese nel corso di un confronto elettorale”. Il caso, insomma, è già sulle scrivanie dei deputati di mezza Europa. Con quella richiesta: “Consentite alla giustizia italiana di processare Rosario Crocetta”.