PALERMO – Tra direzioni, missionI romane e Festini, slitta ancora l’esame della Finanziaria ter. E adesso il rischio è quello di arrivare a esitare il testo non prima della fine di luglio. Mettendo a rischio, così, anche gli stipendi di migliaia di lavoratori.
Oggi in commissione bilancio all’Ars è stato dato l’ok al rendiconto generale. Un atto poco più che formale, ma che ha dovuto tenere conto dei rilievi mossi recentemente dalle Sezioni riunite della Corte dei conti, soprattutto su due poste di entrate, per un ammontare di circa 600 milioni di euro.
Ma adesso bisognerà lavorare alla manovra vera e propria. Al momento, in commissione c’è solo una bozza. Sulla quale bisognerà mettere mano. Nessun testo definitivo. Così, i deputati hanno dovuto far slittare ulteriormente l’inizio della discussione generale, inizialmente previsto per domani.
E invece si partirà (sempre se il testo sarà pronto e depositato) venerdì 11, a mezzogiorno. Oggi infatti la direzione del Pd terrà i deputati democratici lontani dall’Ars. Domani, invece, l’assessore all’Economia Agnello si recherà a Roma proprio per discutere della manovra. Tutto slitta quindi a venerdì. Fissata nella pomeriggio della stessa giornata il termine per la presentazione degli emendamenti.
Poi? Poi interviene Santa Rosalia. E l’Ars si ferma ancora. Il 14 e il 15 luglio in commissione non si lavora. Tutto rimandato a mercoledì 16, quando riprenderà l’esame, che dovrà concludersi, se tutto andrà bene, per venerdì 18. Con l’approvazione (solo in commissione) della manovra. Che a quel punto (ma saremo già al 22 luglio) dovrà sbarcare in Aula, dove verrà incardinata e dove bisognerà fissare un ulteriore tempo per gli emendamenti dei deputati. La Finanziaria che nelle intenzioni del presidente doveva essere realtà già il 2 luglio, nella migliore delle ipotesi arriverà con un mese di ritardo. Un mese di ritardo che potrebbe tradursi “solo” nel ritardo di migliaia di buste paga.