AGRIGENTO – “Quando il dissalatore mobile sarà dismesso e trasferito a Trapani, come previsto dal progetto? Quali siano i costi sostenuti per la realizzazione dell’impianto cosiddetto mobile? Quanta acqua dissalata è stata immessa in acquedotto dall’avvio del sistema e quale è il costo totale riconosciuto dalla Regione a Siciliacque per l’acqua prodotta fino a oggi?”.
Cinque mesi dopo il consiglio comunale dedicato al dissalatore di Porto Empedocle, il comitato cittadino Mare Nostrum torna a incalzare le istituzioni con una lettera indirizzata al sindaco e al Consiglio comunale e per conoscenza alla Capitaneria, alla Soprintendenza, Arpa Sicilia, Asp di Agrigento, Presidenza della Regione e alla Corte dei conti.
Mare Nostrum chiede anche se siano state eseguite analisi sulla qualità dell’acqua prelevata nel bacino portuale e sulla salamoia sversata in mare e con quali risultati. Nel mirino pure gli aspetti urbanistici e demaniali visto che l’impianto sorge sulla spiaggia Marinella, raccontata da Andrea Camilleri.
“E’ stata ottenuta la variante alla concessione dell’area, in larga parte destinata a zona B e parcheggi? Quando è previsto il ripristino dei luoghi e dell’arenile?”. Il comitato ribatte sul dissalatore fisso già esistente e abbandonato in zona ex Asi: “Quando inizieranno i lavori per l’impianto definitivo, più volte indicato nei decreti commissariali?”.
Secondo Mare Nostrum, a fronte di circa 26 milioni di euro previsti per il dissalatore fisso in zona ex Asi, oltre 20 milioni sarebbero stati spesi per l’impianto provvisorio a Marinella configurando quello che il comitato definisce “uno spreco di risorse pubbliche”.

