PATERNO’. Sono stati dissequestrati i quattro capannoni “incriminati” con tanto di assoluzione penale per i fratelli e imprenditori paternesi D., C. e A. D. C. . Assoluzione anche per l’ex funzionario del Comune di Paternò, Francesco Alì.
La vicenda è quella dei capannoni di contrada Schettino sui quali gli inquirenti avevano portato avanti l’accusa di abuso d’ufficio, peculato e lottizzazione abusiva.
La sentenza della seconda sezione della Corte d’appello di Catania ha ribaltato la decisione dei magistrati di primo grado: il pronunciamento delle scorse ore ha fatto decadere ogni accusa. Una vicenda che si trascinava dal 2007 e che pare essere arrivata al capolinea salvo – al momento improbabili – ricorsi all’ultimo grado di giudizio.
L’impianto accusatorio degli investigatori si basava sul fatto che la destinazione d’uso sarebbe stata cambiata inopinatamente da agricola a industriale con conseguente “raggiro” delle concessioni edilizie. “Abbiamo dimostrato che quella è un’area dove quasi tutti i capannoni da agricoli sono diventati industriali – spiega Vittorio Lo Presti, legale dei fratelli D. C. – e che la volumetria era identica a quella della concessione. Abbiamo anche dimostrato che tra i D. C. e l’architetto Francesco Alì non vi era alcun rapporto di favoritismo e che era limitato a quello professionale”.
