Il software dello scandalo? Arriva la replica: “Con riferimento alle notizie di stampa relative all’affidamento a Sicilia e Servizi di attività informatiche da parte del Dirigente regionale del Bilancio, si precisa che nessuna informazione è dovuta da parte dell’organo tecnico a quello politico in virtù delle prerogative connesse alla separazione dei poteri di gestione, che competono al burocrate, e di indirizzo politico amministrativo, che competono all’assessore. Il dirigente generale relazionerà alla giunta, dandone pubblica comunicazione, affinché si possano avere i necessari approfondimenti tecnico-economici.
Si fa presente che Sicilia e Servizi è una società a partecipazione regionale con partner privato scelto con procedura di evidenza pubblica”.
Ma la replica ufficiale non nasconde lo scontro al vertice, tra assessore e superburocrate. Le scintille sono raccontate dall’edizione palermitana di “Repubblica”. Anzi è una conferma. L’assessore all’Economia, Gaetano Armao, chiede lumi e vuole conoscere gli atti: “E’ impensabile che la Regione spenda una tale cifra senza alcuna programmazione. Gli ribatte il ragioniere generale Enzo Emanuele, rivendicando il suo ruolo: “Noi tecnici non dobbiamo dare alcuna spiegazione all’organo politico su iniziative di spesa”.