Dolore e rabbia per Salvo La famiglia chiede verità

Dolore e rabbia per Salvo | La famiglia chiede verità

Un incidente che celerebbe troppi punti oscuri.
La morte del 21enne
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GIARRE. La vita di Salvo Cosentino si è spezzata ad appena 21 anni in un torrido pomeriggio dello scorso 25 luglio ad un tiro di schioppo dall’incrocio che porta a Corso Sicilia. Per lui ogni soccorso è stato vano: prima il violento impatto contro un furgoncino, poi il volo (letale) terminato contro una fontanella in pietra lavica. Una botta violenta al capo che non gli ha più lasciato scampo. Sono stati attimi interminabili macchiati dalla morte di un giovanissimo sbalzato via dalla sella del suo scooter Honda Sh 150.

Eppure a distanza di quasi una settimana alcuni interrogativi sull’accaduto, rimangono. Perlomeno a sentire l’avvocato della famiglia Cosentino, Fabio Maugeri.
I congiunti del 21enne di Riposto hanno dato andato al legale di far luce su quelli che sarebbero diversi punti oscuri della vicenda.
“Propio così – spiega Maugeri -. A distanza di qualche giorno dalla sciagura che ha coinvolto il giovane Salvo Cosentino, sembrerebbero ancora senza risposta alcuni importanti interrogativi”.

Interrogativi che starebbero per far parte di un corposo dossier col quale, la famiglia della giovane vittima, intende tentare di rispondere a tutti i dubbi circa la dinamica dei fatti e “supportare l’autorità giudiziaria nel compito di accertare i dati senza lacune, anche mediante l’uso di consulenze di parte, al fine di determinare le responsabilità della morte del povero Salvo Cosentino”.

LE DOMANDE DEL LEGALE:

“Come mai l’incidente, avvenuto a pochi passi dalla caserma dei carabinieri di Giarre, è stato oggetto di rilevamento da parte dei Vigili urbani del Comune di Giarre, di cui si è dovuto attendere l’arrivo? Dispongono costoro di un congruo numero di ufficiali abilitati agli accertamenti di polizia giudiziaria e, se sì, sono intervenuti a coordinare i rilevamenti?

Come mai non è stato eseguito l’alcool test e il drug test sul conducente del furgone che ha investito il ragazzo, specialmente in considerazione del fatto che non risultano tracce di frenata da parte del veicolo? Un simile accertamento non è assolutamente necessario in un caso di omicidio stradale? Può essere affidata la scelta di effettuarlo alla discrezionalità di compie i rilevamenti?

Come mai l’incrocio tra via Crispi e Corso Sicilia, dove è avvenuto l’impatto, reso “cieco” dalla abbondante vegetazione che occupava la recinzione della ex pretura, tanto da occultare il cartello di “STOP”, è stato ripulito lunedì mattina dopo mesi di incuria?

Sono state acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza della caserma dei carabinieri di Giarre (su corso Sicilia), ma soprattutto quelle del supermercato “Deco’” su via Crispi? È accertato se le telecamere insistenti sull’incrocio del sinistro, appartenenti alla caserma della Forestale, non siano funzionanti? E, se sì, come mai?

Sono stati sentiti i testimoni oculari dell’incidente (secondo le nostre informazioni, almeno due)?

Come mai non è stato effettuato l’esame autoptico, ma la semplice constatazione del decesso, per accertare la causa della morte, utile a individuare le colpe dell’investitore e l’eventuale concorso dell’investito (ad esempio, per trauma alla colonna vertebrale piuttosto che per trauma cervicale)?

E’ stato rilevato che il furgone, dopo l’impatto con lo scooter della vittima, aveva ancora una tale inerzia da sbattere contro un camion di raccolta di ferro usato, parcheggiato su corso Sicilia, del peso di oltre una tonnellata, spostandolo di qualche metro?

L’autista del furgone svolgeva funzione di trasporto di persone munito di regolare licenza?”.

Sin qui, l’avvocato Maugeri.
Intanto, le indagini proseguono. E l’impressione è che la verità sulle cause dell’incidente che hanno portato alla morte di Salvo Cosentino, non sia così vicina.


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