Domiciliari revocati al boss Bonura| Ultimi mesi di pena cure in carcere - Live Sicilia

Domiciliari revocati al boss Bonura| Ultimi mesi di pena cure in carcere

Il Dap ha individuato la struttura che può ospitare il detenuto. Il legale: "Sono meravigliato"

PALERMO- La pietra dello scandalo era stata la concessione della detenzione domiciliare a Francesco Bonura. Ora il magistrato di sorveglianza ha deciso di revocare il provvedimento.

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, sulla base del decreto voluto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonagfede, ha individuato una struttura carceraria con un reparto sanitario dove potere trasferite il boss palermitano, colonnello di Bernardo Provenzano, per scontare gli ultimi nove mesi di una condanna a 18 anni e 8 mesi. Era uno dei tre detenuti al 41 bis scarcerati in questi mesi di grandi polemiche. (leggi la lista completa dei 376 scarcerati).

Il magistrato di sorveglianza di Milano, competente per la posizione del detenuto a Milano Opera, aveva scritto a metà aprile che il boss, 78 anni, sta molto male, ha un cancro al colon, nel 2013 è stato operato e sottoposto a un ciclo di chemioterapia. Ha subito anche un intervento per un aneurisma all’aorta.

La scarcerazione gli era sempre stata negata, ma i marcatori tumorali di recente erano aumentati ed era necessario un monitoraggio costante. Una condizione che secondo il giudice faceva “ragionevolmente” escludere che potesse fuggire o reiterare il reato. Bonura è detenuto dal 2006.

Il perché non potesse “ragionevolmente” né scappare, né commettere nuovi reati, lo spiegarono i suoi legali, gli avvocati Giovanni Di Benedetto e Flavio Sinatra: “Abbiamo letto e sentito sulla vicenda affermazioni improprie e strumentali. Nel contesto della lunga carcerazione Bonura ha subito un cancro al colon, è stato operato in urgenza e sottoposto a cicli di chemioterapia; di recente i marker tumorali avevano registrato una allarmante impennata. Se a tutto ciò si aggiunge, come si deve, l’età ed i rischi a cui la popolazione carceraria, vieppiù a Milano, è esposta per il Coronavirus risulta palese la sussistenza di tutti i presupposti per la concessione della detenzione domiciliare in ossequio ai noti principi, di sponda anche comunitaria, sull’umanità che deve sottostare ad ogni trattamento carcerario. Del tutto errato è altresì il riferimento al recente decreto cosiddetto ‘Cura Italia’ che non si applica al caso di specie e che non ha nulla a che vedere con il differimento pena disposto per comprovate ragioni di salute e sulla base della previgente normativa. Ripetiamo: ogni vicenda va affrontata nel suo particolare altrimenti si rischia di scadere in perniciose e inopportune generalizzazioni che alterano la realtà”.

Ora la revoca della detenzione domiciliare. Non si conoscono ancora i dettagli del provvedimento. Bonura è in attesa di essere trasferito. Nel periodo di detenzione domiciliare a Palermo è stato ricoverato due giorni in un reparto oncologico per nuovi accertamenti. Il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria – rinnovato nel suo vertice, con la nomina del nuovo capo Dino Petralia e del vice Roberto Tartaglia  – ha indicato due possibili soluzione alternative ai domiciliari. Una è stata accettata dal magistrato di sorveglianza proprio alla vigilia della discussione della mozione di sfiducia del ministero Alfonso Bonafede in parlamento, presentata dalle opposizioni per il tema scarcerazioni, ma anche per la gestione dell’emergenza Coronavirus in carcere. Ci furono rivolte in diversi penitenziari italiani con vittime ed evasioni. Una gestione che portò alle dimissioni dell’ex capo del Dap Francesco Basentini.

In serata arriva la nota dell’avvocato Giovanni Di Benedetto: “Mi sembra di comprendere, non avendo letto il provvedimento, che il magistrato abbia del tutto ignorato le plurime eccezioni di incostituzionalità che la difesa aveva sollevato. Meraviglia peraltro che su una mera nota del Dap venga radicalmente modificata una misura fondata su eccezionali e comprovate ragioni di salute e nei confronti di un detenuto verso il quale lo stesso magistrato aveva concesso i domiciliari anche in virtù del non lontano fine pena e della lunga carcerazione patita. Non resta che augurarsi che Bonura possa avere la doverosa assistenza sanitaria che ogni cittadino merita e che sino ad ora gli è stata preclusa”.


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