PALERMO – Maria Rosaria Salvo aveva 46 anni quando nel 2011 perse la vita. Una morte non provocata, secondo i giudici, dalla negligenza e dall’imperizia dei medici che l’ebbero in cura. La Corte d’appello di Palermo ribalta la sentenza e assolve i chirurghi Franco Pisello e Giuseppe Mastrandrea dall’accusa di omicidio colposo. In primo grado erano stati condannati a un anno ciascuno di carcere.
I loro legali, Vincenzo Lo Re e Antonino Gerbino, e gli avvocati della clinica Demma, Massimo Motisi e Marco Aricò, avevano chiesto alla Corte la nomina di un perito che chiarisse come fossero andati i fatti. Il responsabile della Medicina legale del Policlinico, Paolo Procaccianti, ha escluso responsabilità mediche.
La donna, originaria di Castroreale ma residente a Milazzo, era stata sottoposta ad un intervento di isterectomia alla clinica Demma. Un mese dopo era deceduta per una setticemia dopo il ricovero in ospedale. Secondo l’accusa, i medici della struttura sanitaria privata avrebbero provocato una lesione del sigma durante un esame diagnostico, poi avrebbero lasciato in addome del materiale fecaloide e infine, nel corso di un secondo intervento, avrebbero sottovalutato l’insorgere di una peritonite non eliminando le cause dell’infezione che provocarono il decesso.
Nulla di tutto ciò sarebbe avvenuto nonostante alcune censure mosse dal perito. Ad esempio sulle “dimissioni precoci” della paziente che però non avrebbero avuto un peso nel tragico evento.