Il Pd chiede la testa di Lupo | Cracolici: "Ha sbagliato" - Live Sicilia

Il Pd chiede la testa di Lupo | Cracolici: “Ha sbagliato”

Lumia: "Si dimetta prima dell'assemblea"
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Era una festa. Ma anche una resa dei conti. Fabrizio Ferrandelli è il vincitore delle primarie. Ma non l’unico. Nella sede del comitato che ha sostenuto la candidatura dell’ex Idv, infatti, i sorrisi sono tanti e convinti. Soprattutto quelli dei big sponsor del Pd che adesso incalzano il segretario: “Lupo tragga le conseguenze del suo errore politico”.

Antonello Cracolici, in questa celebrazione, se non è la sposa, sembra il padre della sposa. Sa di avere vinto, in un colpo, su più tavoli. Su quello palermitano, certo. Ma anche su quelli piazzati alla Regione e a Roma. Sebbene lui minimizzi: “La vittoria di Ferrandelli è la vittoria dei palermitani, Roma non c’entra. Palermo ha manifestato la sua voglia di aria fresca e di facce nuove. E il Pd aveva e ha il dovere di intercettare e interpretare queste spinte”.

Insomma, è fallito, secondo Cracolici, il sistema del centrosinistra sintetizzato dalla foto di Vasto. Quella, per intenderci, che immortala i leader nazionali di Pd, Idv e Sel, Bersani, Di Pietro e Vendola.  L’onda lunga di Palermo potrà arrivare fino a Roma? “Si dice spesso che Palermo e la Sicilia siano dei laboratori politici – spiega Cracolici – ma in questo caso mica ci voleva un laboratorio per capire che il centrosinistra chiuso in se stesso sarebbe stato perdente. È sempre stato così. E poi – aggiunge – a me i laboratori non piacciono, perché c’è sempre qualcuno che fa la parte della cavia”. Nessun laboratorio, quindi, ma le influenze della politica nazionale tornano nell’analisi del capogruppo Pd all’Ars: “Qualcuno era convinto – spiega infatti – che le decisioni potessero essere prese nelle ‘sedi legali’ dei partiti. Si dimentica troppo spesso che i territori chiedono ascolto e autonomia”.

Autonomia nelle scelte. Libertà di aprire “a nuovi mondi”, di non chiudersi negli steccati indicati dalle direzioni nazionali. E la “nuova via” del Pd potrebbe essere sancita dal cambio del segretario regionale: “Noi non chiediamo le dimissioni di nessuno – precisa Cracolici – del resto, per giorno 11 è fissata un’assemblea nella quale 188 componenti hanno già chiesto la sfiducia a Giuseppe Lupo. Certo…”. Certo, quell’assemblea potrebbe anche essere evitata: “Per non celebrarsi l’assemblea, che ha già all’ordine del giorno la discussione sul segretario, dovrebbero intervenire fatti nuovi”.

E il fatto nuovo, ovviamente, sarebbero le dimissioni del segretario Lupo. Una parola che i democratici (a parte qualche eccezione) non vogliono pronunciare. A costo di arrampicarsi sui muri scivolosi della diplomazia: “Se la decisione di Lupo – dice infatti Totò Cardinale, altro importante esponente dell’area del Pd filo-lombardiana  – dovesse essere in linea con la decisione espressa dai 188 componenti dell’assemblea, allora la stessa assemblea non sarebbe necessaria. Quella di sostenere Rita Borsellino è stata una scelta legittima, ma perdente. Tutti sanno quanto stimi Giuseppe Lupo, sono certo che farà la scelta migliore per sè e per il partito”. Insomma, se Lupo si facesse da parte, il partito “potrebbe evitare – prosegue Cardinale – di spaccarsi una prova lacerante. Oggi il Pd non arriva, ma riparte. I nostri elettori chiedono una centralità del partito, in grado di dialogare sia con i partiti di sinistra, sia con le forze moderate”. Per Salvo Alotta, invece, “certamente non ha vinto il candidato di Lupo, è giusto che se ne traggano le conseguenze e si evitino scontri interni al partito in piena campagna elettorale”.

Ancora più netto sul destino di Lupo è un altro rappresentante dell’area di Innovazioni, Nino Papania, che invece evita di rifugiarsi nei giri di parole: “Credo che le dimissioni siano inevitabili”, anche perché il segretario regionale, con la scelta di chiudere ai partiti moderati “ha finito – spiega Papania – per tradire l’anima stesa del partito. Un partito che deve essere riformista e aperto. In grado di ideare e sperimentare nuove esperienze”. E la sconfitta di Rita Borsellino “non potrà non avere – conclude Papania – conseguenze anche a livello nazionale, visto che è stata smentita dal voto anche la linea di Pierluigi Bersani”.

Per Beppe Lumia, altro sponsor decisivo per la vittoria di Ferrandelli, a perdere queste primarie non è stata solo la coalizione di centrosinistra, bensì “anche il centralismo. La convinzione che le scelte politiche – incalza Lumia – possano calare dall’alto ed essere accettate passivamente”, quindi, ecco la stoccata a Giuseppe Lupo: “In un partito responsabile, se un leader commette degli errori politici, non può che trarne le conseguenze. È successo così in tutta Italia, ci attendiamo accada anche a Palermo. Noi non chiediamo la testa di nessuno, ma è chiaro che la linea scelta da Lupo sia risultata quella perdente. Decida lui quali scelte compiere, certamente – conclude- un gruppo dirigente serio deve fare innanzitutto il bene del partito. E bisogna ricordarsene soprattutto quando si fanno degli errori, come in questo caso”. Insomma, o Lupo si dimette, o lo dimettiamo noi.


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