Il pagamento del pizzo attraverso false fatture per servizi inesistenti: è questo il particolare più sconcertante che emerge dall’operazione dei carabinieri che ha portato stamani all’arresto di otto presunti mafiosi della cosca di Ficarazzi. La scalata di Atanasio Alcamo, boss emergente intenzionato a scalzare il “reggente” della famiglia, Giovanni Trapani, spezza infatti equilibri che a Ficarazzi erano consolidati. Gli imprenditori sono disorientati. Costretti a pagare due volte la protezione dei boss. Uno di loro, un costruttore, spiega senza sapere di essere intercettato di avere pagato il pizzo a Trapani con regolare fattura, come se fosse un “normale” costo per l’azienda: “gran cornuto che è, è venuto due volte a farmi fatture cinquemila e cinquemila levando l’iva ottomila e duecento. Gran cornuto è venuto per Pasqua e gli ho detto non te li ho dati passa a Natale gli ho detto… non te li ho dati diecimila euro?”. Ma di recente si era fatto sotto anche Alcamo: “ora il Ferraro vuole pizzo però ha perso la partenza di qua che gli ho dato questi tremila euro per Pasqua”.
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