Rita Borsellino è di pessimo umore. Vola a Strasburgo e a Bruxelles, con un nodo d’amarezza in gola. Si sente umanamente e politicamente tradita dal Pd che l’ha candidata, l’ha cercata, l’ha corteggiata, per poi confinarla nella terra di nessuno. Uno stato d’animo propedeutico di opzioni clamorose come un passo indietro, o una candidatura contro tutti, saltando pure le primarie? Siamo lontani da scenari concreti. Lo staff della candidata ha opposto un fermo e cortese diniego a chi ha chiesto un’intervista. Rita Borsellino è in Parlamento per seguire alcune questioni importanti. Non parla, per ora.
Ma, a prescindere dallo staff, ci sono altre persone amiche che hanno avuto modo di avvicinare la sorella di Paolo. E la descrivono non in preda all’abbattimento che non è nelle corde della battagliera signora. Raccontano, invece, il suo dispiacere, il suo sconcerto. Il chiodo è fisso e si riassume pressapoco così, in una sintesi a braccio: “Come? – è il ragionamento dell’euronorevole – il Pd mi ha pregato di scendere in campo. Io avevo detto di no. Hanno insistito. In una notte, ho cambiato idea. E ora mi lasciano in balia del vento, mi appoggiano blandamente, nutrono riserve. Lupo mi ha ‘posata’, nonostante le dichiarazioni ufficiali. Una parte del partito mi vede come il fumo negli occhi per la mia indisponibilità agli inciuci con Lombardo. Non sapevano, forse, come la penso?”.
Dubbi, domande, interrogativi inquieti. Gli amici di Rita dicono che potrebbe esserci una svolta netta e improvvisa. Il ritiro dalla scena delle comunali? La decisione opposta? Per i vertici romani, nulla è cambiato. Rita Borsellino nei dintorni di Bersani è sempre la prima opzione, il fiore che non marcisce. Tuttavia, quello che si pensa a Roma non si concretizza in Sicilia. Ecco perché il feeling si è assottigliato. Ecco perché il tenue filo che unisce il Pd e la sua “teoricamente candidata” potrebbe spezzarsi di colpo.
