I carabinieri di Monreale e Corleone hanno scoperto un giro di prostituzione messo sù da un bracciante di San Cipirello a cui è sato affibbiato, dagli stessi clienti, il soprannome di “Stranamore”.
Si tratta di Giocacchino Galati, 32 anni, accusato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L’operazione, chiamata ‘Bocca di rosa’, ha smantellato l’organizzazione che operava nei piccoli centri del corleonese.
Secondo la ricostruzione degli investigatori Galati, insieme a un complice, gestiva sei prostitute, tutte italiane. Prendeva appuntamenti con i clienti esaltando anche le particolarità delle sue donne. Fissato l’appuntamento, la lucciola veniva accompagnata in un luogo isolato dove avveniva l’incontro col cliente. Poi lo stesso Galati si occupava di andarle a riprendere, di solito a casa del cliente.
Il giro d’affari ammontava a migliaia di euro. I due incassavano, infatti, 60 euro dalle ragazze e 20 dai clienti per l’intermediazione e riuscivano a organizzare appuntamenti ogni sera, domenica e festivi inclusi. Era molto accorto Galati, cambiava sempre il luogo in cui faceva incontrare le donne con i clienti e “perlustrava bene la zona – dicono i carabinieri – per essere sicuro di non essere osservato mentre portava la ragazza e la faceva scendere dalla propria auto”.
Galati è una vecchia conoscenza dei carabinieri. Già nel 2006 era stato arrestato per la maxi piantagione di canapa indiana rinvenuta dai militari del gruppo di Monreale nelle campagne di San Cipirello. L’operazione è stata coordinata dalle procure di Palermo e Termini Imerese. Galati è stato rinchiuso nel carcere Ucciardone del capoluogo.