PALERMO – “Quella di oggi è una tappa importante da quella notte del 2004, quando i ragazzi di Addiopizzo attaccarono i volantini con la scritta ‘un popolo che paga è un popolo senza dignità’. Da allora, la guida di oggi è sicuramente un risultato eccezionale, siamo arrivati a oltre 800 iscritti e nessuno allora avrebbe potuto immaginarlo”. Con queste parole ha esordito oggi il prefetto Elisabetta Belgiorno, commissario nazionale Antiracket, durante la presentazione a Palermo della nuova guida per il consumo critico ‘Pago chi non paga’. Oggi sono oltre 800 gli imprenditori e i commercianti che aderiscono alla campagna antiracket e che si sono ribellati.
Ed è proprio con questa iniziativa che si vogliono premiare tutti quegli imprenditori che hanno trovato il coraggio di denunciare i loro estortori, invitando tutti i cittadini-consumatori a compiere i propri acquisti presso le imprese e gli esercizi commerciali che non si piegano a Cosa nostra. Per i palermitani, i siciliani e quanti lo desiderano, dunque, è ancora più facile fare consumo critico sostenendo chi ha scelto di non scendere a patti con la mafia. “Questo – ha detto Belgiorno – non è un progetto di sistema. Qui il sistema c’è e consiste nel far partire dal basso l’impegno sociale che si interseca, si unisce e fa rete con tutte le altre attività di servizio delle istituzioni. Troppo lunghi i tempi per assicurare i benefici dovuti alle vittime del racket. Per fortuna questa guida rappresenta la fiducia nello Stato”.
Il prefetto chiede l’intervento di tutti, a partire dai cittadini per finire alle istituzioni: “In questa campagna c’è la necessità di chiedere ad ognuno di noi come cittadini di non delegare ad altri quello che possiamo fare noi per sconfiggere questo male. Ognuno deve fare la sua parte anche con poco e con il passaparola sarà possibile sostenere quegli imprenditori che hanno avuto il coraggio di denunciare il pizzo. Denunciare conviene – ha detto Belgiorno –. Mi impegnerò per quanto riguarda la costituzione di parte civile nei processi. Questo non significa solamente recuperare il beneficio economico che è stato erogato alla vittima. Vuol dire dimostrare con la responsabilità dello Stato, che di fronte ad atti pervasivi e di occupazione del territorio e atti in cui si tenta di gestire in regime monopolistico alcune attività commerciali, privando gli imprenditori della libertà di impresa e i cittadini della libertà d’acquisto, il commissario si costituisce non tramite, ma giudizio per guardare negli occhi i criminali”.
Belgiorno ha fatto il punto sullo stato di crescita della campagna Addiopizzo, ringraziando per l’occasione il rettore dell’università di Palermo, Roberto Lagalla, che ha dato un appoggio concreto agli imprenditori e le associazioni antiracket, attraverso una campagna di sensibilizzazione diffusa tra i docenti e i rappresentanti degli studenti. “Spero che i componenti della comunità accademica – ha detto Lagalla – possano, a titolo individuale, rivolgersi nell’acquisizione di servizi a quegli esercenti che abbiano svolto un ruolo emblematico nel rifiuto del fenomeno estorsivo”.
Tra i presenti anche Ugo Forello, presidente di Addiopizzo: “Il nostro è un progetto propositivo nel quale l’antimafia istituzionale si sposa con l’antimafia sociale, in una prospettiva di superamento del sistema mafioso. Con questa iniziativa noi vogliamo realizzare una rivoluzione civile e di velluto nella speranza di mettere fine a questo sistema tramite la fidelizzazione imprenditori-consumatori che si oppongono al pizzo”.
L’obiettivo è quello di superare l’omertà che vige ancora nella mentalità di molti commercianti che hanno paura di denunciare. E lo sa bene Chloe Tucciarelli, del comitato Addiopizzo, che si dice soddisfatta del risultato: “Finalmente raggiungiamo il traguardo degli 800 operatori economici pizzo-free, una meta conseguita con l’impegno costante, ma la soddisfazione più grande è scoprire che rispetto ai primi anni in cui abbiamo faticosamente cercato porta a porta i commercianti per spiegare loro cosa fosse il consumo critico, ora sono gli stessi esercenti a cercare l’associazione Addiopizzo per schierarsi contro il racket”.
Daniele Marannano di Addiopizzo crede in una svolta sul fronte della lotta contro Cosa nostra: “l’iniziativa si inserisce in un momento storico molto particolare in cui l’organizzazione mafiosa appare disarticolata, grazie soprattutto al lavoro di repressione delle forze dell’ordine e della magistratura ai quali va il nostro plauso. Mai come adesso, infatti, si sono create le condizioni per le quali, commercianti e imprenditori possano decidere di denunciare, senza essere lasciati soli, come invece accaduto a Libero Grassi. Attorno a chi compie la scelta della denuncia – conclude – si è creato un vero e proprio scudo sociale composto da cittadini, movimenti, associazioni, forze dell’ordine magistratura e istituzioni.
É questo il senso del Consumo critico Addiopizzo: stare accanto e supportare, in un’autentica rivoluzione culturale, chi resiste e dice no alla mafia”. A conclusione della presentazione, cittadini e istituzioni si sono recati presso il bar-pasticceria “Marsicano”, in via Umberto Solarino 15, alle porte del Villaggio Santa Rosalia, per fare consumo critico ed esprimere il loro concreto sostegno al titolare dell’attività economica.
Nuovo record di adesioni alla campagna di consumo critico. Il commissario Antiracket Belgiorno: "Questa guida rappresenta la fiducia nello Stato”. Il rettore agli studenti: "Ribellatevi anche voi". Il Comitato: "Mai come ora è il momento di denunciare".
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