Elena Del Pozzo, il processo: slitta la perizia per Martina Patti

Elena Del Pozzo, il processo: slitta la perizia per Martina Patti

Si aprirà lunedì prossimo, a due giorni esatti dal primo anniversario della morte della piccola, il processo alla madre.
CORTE D'ASSISE
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CATANIA. La perizia psichiatrica su Martina Patti, madre e assassina rea confessa della piccola Elena Del Pozzo, non sarà ancora all’ordine del giorno. Ma si aprirà con le cosiddette questioni preliminari, lunedì prossimo – a due giorni esatti dal primo anniversario della morte della bimba, che risale al 14 giugno 2022 – il processo a carico della giovane.

Lunedì prossimo si insedieranno i giudici della Corte d’assise di Catania, presieduti da Sebastiano Mignemi. Poi le parti produrrannole proprie richieste istruttorie. Nella lista dei testimoni dell’accusa figurano quasi tutte le persone che furono sentite nell’immediatezza dai carabinieri, oltre ai periti e agli investigatori stessi. I testimoni della difesa di Martina, che è assistita dall’avvocato Gabriele Celesti, secondo le indiscrezioni, saranno una dozzina.

Non si prevedono particolari schermaglie procedurali. E questo perché la difesa non avrebbe intenzione di presentare, nella fase iniziale, la richiesta di sottoporre la giovane a perizia psichiatrica. Martina Patti è accusata di omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato.

In aula si sono costituiti parte civile il papà di Elena, assieme ai suoi genitori, assistiti dall’avvocato Barbara Ronsivalle. A condurre l’inchiesta sono stati i carabinieri del comando provinciale di Catania, diretti dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Fabio Scavone e dalla sostituta Assunta Musella.

La perizia, un’ipotesi plausibile allo stato attuale, era stata in qualche modo ipotizzata da fonti di difesa. E questo perché la giovane Martina, che come detto ha confessato di aver ucciso la bimba, non ha mai fornito una spiegazione del suo gesto atroce. Sul movente allo stato sono solo ipotesi. Una ricondurrebbe a una morbosa gelosia nei confronti del suo ex compagno e del rapporto che la sua nuova compagna stava instaurando con sua figlia.

Dopo il barbaro omicidio, la donna seppellì il corpo in campagna, sotterrandolo in un terreno abbandonato. Poi inventò di sana pianta un sequestro della piccola, presentandosi dai carabinieri per denunciare l’accaduto. Dinanzi alle contestazioni dei carabinieri e della Procura, però, finì per crollare e indicare ai carabinieri la zona dove aveva seppellito il corpo.


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