PALERMO – Discontinuità, rottura, novità. Sono solo alcuni dei concetti su cui destra e sinistra stanno poggiando le loro campagne elettorali. Attorno a Nello Musumeci e Fabrizio Micari, infatti, i partiti stanno provando a far sorgere progetti che appiano innovativi, in grado di “far voltare pagina” o far “svoltare”, se si preferisce, la Sicilia.
Con Cuffaro, Lombardo e Crocetta
Vai a guardare però dentro le liste o attorno a quelle, e scopri un mini esercito di ex assessori. Di politici, insomma, che l’occasione di amministrare la Regione l’hanno avuta. La stessa Regione messa in ginocchio dall’avvento di Crocetta – secondo il racconto di molti leader del centrodestra – o gravata da pesanti zavorrre – secondo la narrazione del centrosinistra – dei governi di Cuffaro. In mezzo, la parentesi Lombardo che i partiti “leggono” ovviamente con più cautela: visto che quel governatore fu scelto da quel centrodestra che governò con lui fino al ribaltone e fu successivamente “accolto” dal centrosinistra che entrò in giunta e provò anche a costruire col presidente di Grammichele un governo politico.
Gli ex assessori con Musumeci
Insomma, quel passato è presente. Nelle liste e nelle riunioni che stanno portando all’indicazione dei prossimi candidati a Sala d’Ercole o nei governi che verranno. Due assessori designati, come è noto, andranno ad esempio a comporre il “tricket” con Musumeci: Gaetano Armao e Roberto Lagalla. Il primo fu assessore di Lombardo con deleghe alla Presidenza, ai Beni culturali e all’Economia. Il secondo guidò l’assessorato alla Sanità ai tempi di Totò Cuffaro. Ma attorno a Musumeci ecco altri ex componenti di quelle giunte. Uno dei leader del movimento #Diventerà Bellissima, ad esempio, è Alessandro Aricò che con Lombardo fu assessore regionale al Territorio e ambiente, dopo che lo stesso governatore appoggiò la candidatura dell’ex finiano a sindaco di Palermo, insieme appunto agli ex “Futuro e libertà” Carmelo Briguglio e Fabio Granata, anche loro ex assessori con Provenzano, Drago e Cuffaro e ora tra gli animatori del movimento di Musumeci. A sostegno del quale correrà anche l’Udc di Lorenzo Cesa, guidato all’Ars dal trapanese Mimmo Turano che fu assessore agli enti locali con Vincenzo Leanza (in quella giunta c’era, appunto, anche Granata), e che annovera tra i leader siciliani Ester Bonafede, già assessore alla Famiglia del governo Crocetta.
A guidare la “Lista Musumeci” all’Ars, invece, nel corso della legislatura che sta finendo è stato Santi Formica: adesso il deputato riprova la corsa verso l’Ars, tra le fila di Forza Italia. Anche lui è stato un assessore: alla Formazione e Istruzione, per l’esattezza, nel governo di Raffaele Lombardo (ruolo che gli ha portato in dote una condanna contabile per la vicenda dei cosiddetti extrabudget) e ancora prima al Lavoro con Cuffaro. Formica era presente il giorno del “battesimo” del candidato Musumeci, in una sala nella quale erano giunti, in qualità di leader dei movimenti a sostegno del candidato catanese, anche alcuni ex assessori di Cuffaro come Raffaele Stancanelli (Lavoro e Formazione), il rappresentante di Noi con Salvini Alessandro Pagano (Beni culturali e Bilancio), Francesco Scoma (Lavoro e Formazione) che sarà poi anche assessore alla Famiglia con Lombardo. E a fare capolino, quel giorno, anche Giovanna Candura, che fu assessore all’Industria nel corso del secondo governo Cuffaro, quello finito a causa della vicenda giudiziaria e di un vassoio di cannoli.
Gli alfaniani e il centrosinistra
Proprio di quella giunta faceva parte Lagalla. Ma non solo. Assessori erano, ad esempio, Giovanni La Via all’Agricoltura e Dore Misuraca al Turismo. Così si finisce dentro i territori del centrosinistra. Nonostante, appunto, i due fossero assessori del governatore Cuffaro. La Via, poi, nelle ultime settimane è stato a lungo tra i “papabili” candidati alla presidenza. Adesso si parla di un “ticket” (formula che va molto di moda) con Fabrizio Micari. Misuraca, invece, è stato tra i più attivi sostenitori di quell’accordo tra alfaniani e centrosinistra che ha causato prima lo strappo con la sinistra-sinistra, poi con pezzi della stessa Alternativa popolare. Che in Sicilia ha tra i suoi leader, anche lui convinto della necessità di “guardare” al centrosinistra, Giuseppe Castiglione che in passato è stato più volte assessore: nelle giunge Provenzano, Drago e Capodicasa, poi all’Agricoltura nel primo governo di Totò Cuffaro.
Tutti a sostenere Fabrizio Micari, adesso, il candidato del Pd voluto da Orlando. Uno dei motivi per cui è ancora un’incognita la posizione di Francesco Cascio, coordinatore regionale di Ap che ha deciso anche di attendere la sentenza su un procedimento giudiziario a suo carico, prevista per il 13 settembre, prima di assumere qualsiasi decisione: da tempo Cascio non nasconde il proprio malessere per la scelta degli alfaniani di accordarsi col centrosinistra. A prescindere dagli schieramenti, in caso di sentenza favorevole, è probabile la ricandidatura dell’ex presidente dell’Ars che fu anche assessore sia al Turismo che al Territorio nel primo governo Cuffaro.
Michele Cimino, invece, si ricandiderà con Sicilia Futura ad Agrigento: il deputato fu assessore prima alla presidenza (presidente era Cuffaro) poi alla Cooperazione sempre col governatore di Raffadali; quindi con Lombardo all’Agricoltura e all’Economia, dove lascerà il testimone proprio a Gaetano Armao che adesso sarà un avversario politico. Nelle liste del centrosinistra, poi, troverà probabilmente posto l’ex assessore alle Infrastrutture di Crocetta, Nino Bartolotta, e Gianluca Micciché, l’assessore alla Famiglia costretto alle dimissioni dopo il “caso” del mancato sostegno ai disabili denunciato da Le Iene. E poi ecco pronti alla candidatura tanti assessori in carica: Antonello Cracolici (Agricoltura) che punta al quinto mandato, Bruno Marziano (Formazione), Luisa Lantieri (Autonomie locali), Anthony Barbagallo (Turismo) e, come annunciato dallo stesso Crocetta, la vicepresidente e assessore alle Infrastrutture Mariella Lo Bello. Discontinuità, rottura, svolta, appunto. Resta solo da capire rispetto a chi. O a che cosa.